HÁKON HJALTALÍN - Battle with Mortality
Quando un giorno moriremo quello che abbiamo fatto e come ci siamo comportati in vita sarà tutto quello che rimarrà di noi. Continueremo a vivere nei ricordi delle persone più care, quelle che hanno saputo apprezzarci e che ci sono state accanto nella nostra vita. L'arte è forse il modo migliore per consegnare a chi rimane e a chi verrà dopo di noi un'idea e una testimonianza della nostra personalità e del nostro sentire.
In questo modo viene battuto il limite umano per eccellenza, ossia la sua mortalità. La musica non fa eccezione e se pensiamo a quanti artisti che non esistono più continuiamo ad ascoltare ancora oggi questo diventa evidente. Dalle note dei grandi compositori classici a quelle di musicisti e cantanti del '900 che non ci sono più, ci rendiamo facilmente conto di quanto la loro musica abbia in sé l'essenza dell'immortalità.
Le considerazioni in apertura di questo articolo ci sono state ispirate dall'ascolto dell'ultimo singolo dell'artista islandese Hákon Hjaltalín intitolato Battle With Mortality, una canzone che parla di come l'arte e la musica possano sconfiggere il concetto di morte intesa come fine di tutto. Il brano anticipa la pubblicazione del suo album Shadows la cui uscita è prevista per la fine di luglio.
Il brano che stiamo ascoltando si apre con un arpeggio di chitarra che ci ricorda il suono delle lancette dell'orologio che corrono via veloci. Questo introduzione lega saldamente il brano al concetto del tempo, unità di misura dell'immortalità. Delle tastiere eteree costituiscono il tappeto sonoro di questa sezione che si chiude lasciando lo spazio al pianoforte che esegue una melodia che ci fa pensare alle grandi ballad dei Beatles.
Il suono si infittisce con l'ingresso della chitarra acustica che accompagna il piano e la voce. La progressione armonica della strofa è estremamente piacevole, aperta e positiva. Il ritornello è armonioso e possiamo apprezzare il basso cantare sugli accordi.
La voce di Hákon è armoniosa e sa dipingere delle melodie coinvolgenti ed emozionanti anche grazie ad un vibrato sicuro e solido. Nella musica di Hákon troviamo consistenti echi della tradizione rock degli anni '60 e '70, tra cui i richiami più evidenti sono i Beatles, il primo David Bowie e i Beach Boys.
Il brano è complesso, infatti sono molte le sezioni, e diversi gli accordi usati nella composizione. Si attraversano vari momenti emotivi nel brano che vengono sottolineati dal fantasioso arrangiamento costituito da vari elementi che intervengono per enfatizzare i passaggi più significativi.
Un brano che ci ha colpito molto e che ci ha messo in impaziente attesa dell'album in arrivo.