GILLIAN STONE - Spirit Photographs
Un individuo che riceve dal medico la diagnosi di una malattia grave che lo porterà alla morte subisce uno shock emotivo che può manifestarsi in molti modi. Alla fine degli anni '60 la Dottoressa e Psichiatra svizzera Elisabeth Kubler-Ross individuò attraverso le sue osservazioni e suoi studi quelle che conosciamo come la cinque fasi dell'elaborazione del lutto.
Esse sono: la negazione, la rabbia, la contrattazione, la depressione ed in fine l'accettazione. Questo modello elaborato poi nel 1970 ha permesso di capire in maniera più specifica le dinamiche mentali più comuni nei soggetti a cui era stata diagnosticata una malattia terminale.
Queste fasi trovano riscontro nelle emozioni di chi sa che sta per morire, ma anche di chi affronta una perdita.
Gillian Stone è un'artista che nella sua carriera ha esplorato attraverso la sua musica argomenti e tematiche ostiche e controverse come la malattia mentale, le dipendenze, la vergogna, i traumi relazionali e le dissociazioni, condizionata da un vissuto che la ha portata a vedere la sua musica e le sue espressioni artistiche come un atto di destigmatizzazione.
Spirit Photograph è il nuovo Ep dell'artista e racchiude cinque brani che rappresentano uno per uno i cinque stadi dell'elaborazione del dolore di cui abbiamo parlato nell'introduzione. In copertina figura una donna abbigliata con costumi anni '20.
L'immagine appare mossa, come se fossero state sovrapposte più rappresentazioni della stessa figura durante un movimento. Questo soggetto fa esplicito riferimento alla Fotografia Spirituale (come suggerisce il titolo dell'album) in voga all'inizio del secolo scorso.
Secondo questa pratica si credeva fosse possibile poter imprimere sulla pellicola fotografica l'anima dei defunti. Una pratica questa che veniva utilizzata sostanzialmente per trarre profitti economici da persone afflitte da lutto e bisognose di conforto. I titoli delle canzoni e la copertina del disco hanno quindi come minimo comune denominatore l'elaborazione del lutto.
La musica che accompagna questo concept album è molto energica, ed evocativa delle varie emozioni che ogni traccia rappresenta. June, il brano che apre il disco si presenta come una ballad ossessiva che suggerisce i moti interiori di chi si trova nella fase della negazione e del rifiuto, attraverso scariche elettriche che compaiono come flash.
Amends ossia la fase della rabbia. Qui questo sentimento è espresso, più che dalla musica (che è calma), dal testo. L'ira è quindi rappresentata nelle parole della canzone stessa. Raven Song fa riferimento ad Edgar Allan Poe e simboleggia la fase del patteggiamento, quando si cerca di contrattare con la sorte cercando di capire se c'è qualcosa che è possibile fare, se qualcosa può essere riparato.
Per la fase della depressione l'artista decide di includere una cover dei Black Sabbath: Solitude. Questa versione è rivisitata con un tempo ancora più rallentato dell'originale che conferisce alla traccia un senso di rarefazione che coinvolge gli eventi e distorce la percezione del tempo.
L'ultimo brano si chiama The Throne e ancora una volta è il testo della canzone che ci introduce all'argomento del brano. L'accettazione, una sconsolata presa di coscienza che non nasconde una paura profonda e ancestrale.
Questo album rappresenta un'operazione intellettuale estremamente interessante ed ambiziosa che centra perfettamente il suo obbiettivo, un disco di grande impatto che ci fa empatizzare con il delicato tema trattato.