GIDEON FOSTER - Prophecy

30.03.2023

Nella vita non si sa mai quello che può succedere. Non è raro che una persona decida di intraprendere un nuovo percorso per poi scoprire una vera e propria vocazione che gli cambierà totalmente la vita. A volte la semplice curiosità o un incontro fortuito possono condurre ad una strada mai battuta prima, che si rivela essere perfetta per le caratteristiche di quella persona. In alcuni casi l'unica cosa di cui avevamo bisogno per intraprendere quel cambiamento era un po' di tempo. 

Nel nostro vivere quotidiano sono pochi i momenti in cui ci è concesso di dedicarti a quello che ci piace e ci appassiona, troppi impegni, troppo stress, troppo lavoro. La pandemia di Covid che ha stravolto il mondo ha permesso alle persone di restare in casa per tantissimo tempo e i più resilienti hanno saputo sfruttare l'occasione per migliorare sé stessi.

Gideon Foster fa parte di quelle persone che durante il lockdown sono riuscite a sfruttare il tempo in maniera costruttiva. L'artista inglese, oggi cinquantatreenne, ha cominciato a produrre musica nel 2018, ma è soltanto con la pandemia che ha avuto l'occasione di affinare le sue capacità e la sua scrittura che lo ha portato al suo album di debutto intitolato Prophecy.

L'album che stiamo ascoltando è composto da tredici tracce che si configurano come un viaggio alla scoperta di sé ed un'operazione di recupero di un passato ormai lontano. Quello che emerge chiaro da questo lavoro è la conoscenza della musica e l'esperienza che solo un età più avanzata può vantare. Il sound di questo lavoro non può essere catalogato in un genere unico, sono infatti molti gli stili che vengono impiegati.

Ogni canzone risulta infatti molto diversa dalle altre della raccolta, l'unico elemento che le accomuna è la personalità di Gideon che infonde in ogni traccia la sua impronta distintiva. Il disco è quindi simile ad una tavolozza di suoni e di stili tra cui troviamo il rock, il blues, la musica folk, il jazz e l'elettronica. 

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Va da sé che da un punto di vista strumentale il disco non può che essere estremamente ricco. Tra gli strumenti meno scontati troviamo anche il banjo e la fisarmonica. L'album è attraversato da una vasta gamma di emozioni che vanno dalla gioia, al dolore e dalla tristezza alla speranza. Un altro elemento di pregio del disco è sicuramente la voce.

Gideon si dimostra un cantante versatile ed espressivo che riesce ad adattare alla perfezione la sua voce a tutti gli stili ed i generi affrontati. Un esempio concreto è la title track Prophecy che presenta una sezione a cappella incredibilmente affascinate. Siamo rimasti totalmente affascinati da questo album che riesce ad essere sia profondo che leggero, in un susseguirsi di emozioni che ricalcano l'essenza stessa delle nostre vite con tutte le sfumature possibili.

Lo stesso Gideon ironizza sulla grande varietà del disco affermando che gli sono serviti ben 53 anni per portarlo a termine. Qualcosa ci dice però che sentiremo parlare di nuovo di lui molto prima!