FURY OF A DYING PLANET - Fury of a Dying Planet
I principali responsabili dei cambiamenti e degli sconvolgimenti climatici, che stanno avendo un impatto devastante su tutto il pianeta, siamo proprio noi. Non ci rendiamo conto che ciò che diamo alla natura, lei ce lo restituisce con gli interessi. E così Madre Natura può essere allo stesso tempo una dolce mamma che ci nutre e ci coccola, ma anche un mostro vendicativo che per difendersi distrugge l'essere vivente più pericoloso che abita il pianeta, l'uomo.
Tutto questo è raccontato nell'album di debutto omonimo dei Fury of a Dying Planet, un progetto nato per esplorare e combattere l'impatto devastante dell'umanità sul pianeta tramite un mix di testi potenti, strumenti dinamici e influenze progressive metal dove emergono influenze dei System of a Down e degli Iron Maiden.
"Fury of a Dying Planet" è una potente dichiarazione di guerra a tutti coloro che vogliono fare la guerra al pianeta. L'album cerca di sensibilizzare gli ascoltatori sulla necessità di difendere il pianeta, sempre più malandato e malconcio a causa delle violenze e degli abusi dell'uomo nei confronti della natura circostante. Ogni canzone trasmette un messaggio che, con i suoi elettrizzanti e affascinanti riff di chitarra, arrivano come un pugno dritto in faccia dell'ascoltatore.
La voce è affidata allo straordinario Paul Brigstock, la batteria a Chris Allan, che si è occupato anche del mixaggio dell'album, mentre il mastering finale a Justin Hill. Pieno di testi avvincenti a tema ecologico, potenti riff metal e voci imponenti, questo album rappresenta l'ultimo grido di allarme di un pianeta agonizzante ma, allo stesso tempo, narra il coraggio degli individui che lottano per difenderlo e preservarlo.
L'album inizia con "Oceans", una canzone che crea un mix epico di hard rock e progressive rock parlando degli oceani. L'album mantiene la sua energia propulsiva con "Earth", una canzone che dà continuità alla narrazione parlando della terra. Il terzo brano è "Bloodied Fjords", in cui la band affronta un altro tema delicato come il massacro delle balene e dei delfini al largo delle Isole Faroe.
Con il brano "Captive" il tema resta più o meno lo stesso, in quanto si affronta il tema della crudeltà, spesso gratuita, sugli animali. "Creatures of the Amazon" è invece una riflessione inquietante, ma bellissima, sulla vulnerabilità della natura. La musica è così espressiva che non c'è neanche bisogno dei testi. Altro brano molto potente è "Repetition to Extinction", che parla degli esseri umani che vivono la loro vita nella convinzione che non stanno sbagliando niente, senza sapere che sono proprio loro che stanno rovinando quel pianeta che chiamiamo casa.
La settima tappa di questa straordinaria avventura musicale è "Only One Earth", che ci ricorda ancora una volta che esiste un solo pianeta e che non c'è un piano B. Il frontman della band ha ammesso che la rabbia e la frustrazione guidano la sua musica, ma lui fa di tutto per tenerle fuori, poiché non vuole scrivere canzoni che trasmettono negatività. Proprio per questo motivo ha chiuso l'album con "Heroes of the Earth", un grido di battaglia a sostegno dell'attivismo ambientale che lancia un messaggio di positività e che elogia le persone che si battono in difesa del pianeta.