
EXZENYA - Captivity
La cattività è un concetto che può avere molte sfumature. Nel senso stretto del termine, con cattività si fa riferimento alla prigionia alla quale sono sottoposti gli animali, generalmente quelli del circo e dello zoo. Exzenya, però, nella sua "Captivity", dà una sua interpretazione molto particolare della cattività, intesa sì come prigionia, ma degli esseri umani. Anche noi, consciamente o inconsciamente, possiamo essere prigionieri di qualcuno o di qualcosa. La tragedia è che, col tempo, siamo così abituati a vivere incatenati, che quasi accettiamo questa condizione.
"Captivity" è un urlo nel silenzio, un grido d'allarme che invita a liberarci dalle catene che ci imprigionano per riprenderci in mano davvero la nostra vita. Il brano esplora le difficoltà legate alla sensazione di essere intrappolati e controllati da forze esterne, simboleggiate da traumi o da amori tossici. Il testo descrive un senso di impotenza, di perdita e di lotta interiore per liberarsi da un loop infinito di abusi e prigionia, riflettendo su temi come la resilienza, la riscoperta di sé e il desiderio di libertà.
Il brano inizia con un sussurro che sembra provenire da un'altra dimensione, che fa sentire l'ascoltatore in bilico tra la solitudine e la consapevolezza di sé. "Captivity", nota dopo nota, strofa dopo strofa, trascina l'ascoltatore in un universo inquietante e distopico, ma è un viaggio necessario per ritrovare se stessi.
"Captivity" è un continuo tira e molla tra controllo e libertà, tra ciò che si vorrebbe fare e ciò che invece si è costretti a fare. La strumentazione è volutamente minimal e i silenzi sono pause volute per invitare a riflettere, come a voler nascondere qualcosa di non detto.
"Non riesco a liberarmi dai continui abusi, sono stanca, la fuga non serve a niente" o "il mio rapitore mi ha conficcato gli artigli, il trauma sta giocando con la mia mente, sto iniziando a trovare, sta diventando più difficile vedere la persona che ero, svanendo velocemente dalle visioni davanti a me" sono frasi che fanno sanguinare il cuore, che trascinano l'ascoltatore in un mondo di tormento e angoscia, dove si rischia realmente di perdere la propria identità.
Ciò che definisce davvero "Captivity" è però la voce di Exzenya, che fluttua tra bassi e acuti supplichevoli, lasciando che il respiro parli più delle parole. Quell'autenticità trasforma la vulnerabilità in potere, e improvvisamente quella donna che rischia di andarsene in silenzio proclama la sua sopravvivenza.
Il brano si colloca a metà tra la confessione e la provocazione, un inno alla resilienza che invita a rivendicare la propria essenza e la propria libertà in un mondo dove siamo abituati a vivere incatenati.