ENERGY WHORES - Pretty Sparkly Things

29.09.2025

Il mondo dello showbiz è popolato da star del cinema, coppie vip patinatissime, influencer-guru e miliardari che spendono e spandono i loro soldi, mentre c'è chi fa fatica ad arrivare a fine mese e a pagare il mutuo. Un mondo distopico? Per nulla, è la realtà che viviamo ogni giorno e che viene descritta con ironia tagliente e satira pungente dagli Energy Whores nel loro ultimo pezzo "Pretty Sparkly Things", estratto dall'album "Arsenal of Democracy" in uscita nel prossimo autunno.

La band newyorkese, che non ha paura di schierarsi e che non ha nessun interesse ad essere "politically correct", propone un brano che bilancia arguzia satirica e taglienti commenti sociali. In uno sfondo di scintillanti texture elettroniche e ritmi spigolosi, il brano affronta e rispecchia il vuoto della cultura del lusso e l'ossessione per status symbol irraggiungibili per noi "comuni mortali". Il risultato è una canzone che fonde sonorità ballabili con un impatto lirico devastante.

E così, mentre da un lato viene voglia di ballare su questa scintillante traccia da club disco, dall'altro è impossibile restare indifferenti alle parole dure come sassi che puntano il dito contro il consumismo moderno, che ci spinge a perseguire modelli irraggiungibili.

La produzione si orienta verso influenze pop elettroniche ed EDM, costruendo strati di texture vibranti che brillano. Ma sotto quell'apparenza scintillante si cela un nucleo più oscuro. Il ritmo porta con sé una precisione volutamente meccanica che rispecchia l'incessante routine della cultura consumistica, un ritmo che non si ferma mai, martellante e ossessionante, proprio come la macchina del capitalismo.

A livello di testi, "Pretty Sparkly Things" non risparmia nessuno: dagli influencer messi alla berlina con i loro filtri fotografici, alle celebrità adorate alla follia dai fan, dai miliardari ossessionati dalla ricchezza, fino alle ragazze viziate che stringono le perle sedute sulle ginocchia dei loro paparini.

Parole pesanti come macigni, appena alleggerite dal ritmo fresco, frenetico, apparentemente giocoso, che mette in evidenza l'ossessione per gli status symbol, smitizzando il glamour e le celebrità così osannate. La contrapposizione tra una produzione raffinata e le parole crude crea un contrasto sorprendente: si balla a tutto ritmo, anche se il testo sfocia in verità scomode.

Carrie Schoenfeld, la voce e la visione dietro il progetto degli Energy Whores, ha descritto il brano come "una satira della serietà mortale". Le scintillanti linee di synth e i ritmi dance trascinano l'ascoltatore in un mondo di eccesso, solo per rivelare lo sfruttamento che si nasconde sotto la superficie.