EMILY NICOLE GREEN - Thief

07.10.2023

Quando una relazione finisce e si rimane da soli si ha tanto tempo per riflettere su ciò che è stato e su ciò che sarebbe potuto essere. Ci sentiamo vuoti, come se quella persona che se ne è andata avesse portato con sé una piccola parte di noi che non riusciamo più a trovare. In quei momenti siamo in preda a sentimenti contrastanti: da un lato ci sentiamo in frantumi, ma dall'altro il nostro orgoglio ci convince che non siamo stati messi al tappeto.

Proviamo rabbia e rancore per quella persona, ma allo stesso tempo la giustifichiamo raccontandoci che in fondo le cose non sono andate bene per una serie di sfortunate contingenze e che lei non ha colpa. L'unica cosa che sappiamo è che senza quel pezzo di noi che ci è stato portato via non siamo più gli stessi di prima.

Le considerazioni in apertura di questo articolo ci sono state ispirate dalle parole e dalla musica dell'ultimo singolo di Emily Nicole Green intitolato Thief. In questo toccante brano la cantante esplora i sentimenti travolgenti e contrastanti che ci investono quando una storia d'amore finisce, approfondendo in modo più o meno consapevole la tendenza che abbiamo a minimizzare le responsabilità ed il comportamento di chi ci ha ferito.

Thief è una ballata pop dalle sfumature jazz che racconta una storia in cui molti di noi potranno riconoscersi. La voce forte e chiara di Emily apre il brano con la sua narrazione, supportata da lunghi accordi di pianoforte che disegnano un ambiente sonoro in cui è percepibile una certa tensione emotiva.

Questa inquietudine di fondo è enfatizzata dalle percussioni che intervengono a singhiozzo nelle trame del brano. La melodia della voce colpisce l'ascoltatore come uno schiaffo sulla guancia che ci umilia più che farci male e questo si ripete ad ogni verso.

Abbiamo l'impressione che questo ipotetico e metaforico gesto di Emily sia rivolto verso sé stessa. I primi versi della canzone infatti mettono in evidenza una dinamica reattiva a specchio in cui a ogni azione della persona partita ne corrisponde una uguale da parte della cantante.

Il ritornello ci presenta una stupenda apertura armonica in cui la melodica della voce si dispiega in impennate emotive che ci incantano. Il brano prosegue impreziosendosi di elementi, ma l'unica vera protagonista è la voce, incredibilmente forte ed espressiva che svela involontariamente la psicologia dietro le liriche.

In più punti del testo assistiamo ad un sorta di giustificazione nei confronti del carnefice. Dopo la descrizione della sua sofferenza il testo si chiude con una frase emblematica che avvalora la nostra tesi: Immagino che tu possa essere un brav'uomo che non è stato buono con me, come a salvarlo da un giudizio morale troppo spietato.