EHRAH - Stardust Genesis

09.11.2022

Cosa succede nello Spazio? come si muovono i pianeti? Cosa crea l'unione tra le stelle che pare si uniscano per formare costellazioni? E quale influenza possono esercitare, con il moto perpetuo e le leggi che governano la materia di cui è composto?

Possiamo solo leggere quanto riportato da chi ha osservato lo spazio da un punto di vista analitico, insieme con le mille contraddizioni e risoluzioni sulla base di argomenti che nell'evoluzione del tempo hanno dimostrato o confutato le teorie alla base della vita dell'Universo.

Suoni ipnotici che creano atmosfere oniriche e spaziali sono il punto di partenza e di arrivo del secondo album degli Ehrah: "STARDUST GENESIS", un lavoro di 10 tracce della band canadese che ha impressionato e suggestionato già una volta il suo pubblico con il primo lavoro: "Light Years to Echoes", pubblicato nel 2021.

Gli Ehrah, fin dal loro esordio sulla scena musicale, hanno tradotto la loro Arte in musica con una chiara influenza del pop anni '80 e del rock indipendente, sintetizzando i suoni in modo audace, promettendo a chi li ascolta atmosfere stellari che vibrano in una stanza dei bottoni.

La magia della polvere di stelle "STARDUST" , cade sul disco fin dalla sua genesi con "Stroboscope", una traccia strumentale che si realizza partendo da un lungo e profondo tema sintetizzato e continuando sulla scia delle sonorità della musica synthwave alternati tra batteria elettronica, bassi e un lungo assolo distorto di chitarre elettriche che chiudono il brano.

Segue la profonda voce maschile in "Spike's Song" accompagnata dagli elementi caratteristici della band e un riff decisamente orecchiabile.


In "Galaxy" c'è un cambio di rotta, infatti la terza traccia porta l'impronta della voce femminile al suono di tastiere e batteria elettronica in uno stile Power-Pop, sulle note melodiche di una canzone d'amore.

Con l'obiettivo di stupire e confondere fino alla fine chi si trova immerso in questa sorta di videogioco musicale, parte la terza traccia "Gamma Loner" con la sua sonorità ruvida con la stessa profonda voce maschile che si muove sinuosa nel ritmo.

Giunti a questo punto della descrizione, appare chiaro che STARDUST GENESIS non può che definirsi unico nel realizzare tracce diverse le une dalle altre, alcune in voce maschile più teatrale e profonda, altre in femminile con ritmi più melodici e toni alti per i temi trattati, cari alla sensibilità delle emozioni descritte.

"A little time", "By the Weekend" e "Give me a Sign", sono esempi di questa singolare alternanza di tonalità vocali; Esse cantano parole sensibili ai temi dell'attesa di un incontro, si rivolgono al cuore e nella melodia pare che chiedano a chi le ascolta, di rilassarsi e immergersi in un'atmosfera notturna illuminata da stacchi strumentali classici e beat elettronici.

Queste ultime si agganciano alla penultima traccia: "Constellation", unione metafisica degli elementi del cosmo presentati fin dall'inizio dell'album che scende fino all'ultimo pezzo: "Stardust Genesis".

STURDUST GENESIS, con tutta la sua complessità di suoni e vocalismi alternati è iniziato con un brano strumentale e finisce allo stesso modo, con appunto quest'ultima traccia che dà nome all'album e cerca di svelare la fine di questo racconto stellare in musica, unico, travolgente e capace di far volare la mente al pensiero della notte, con i tasti di un videogame e nel relax di un ambiente sonoro che apre le porte della fantasia.