DREAM OF A MAN IN A TOP HAT - The Destination
L'associazione di idee, in psicoanalisi, è quella tecnica mentale attraverso la quale viene chiesto al paziente di riferire le immagini e le parole che la mente gli suggerisce in risposta ad un particolare argomento o termine enunciato, senza attuare però nessun tentativo di controllo cosciente della risposta. Nonostante l'avanzato stato di progresso raggiunto dalla medicina ai giorni nostri, la mente rimane ancora un grande mistero.
Come funzioni il nostro cervello è in gran parte ancora un insondabile mistero. Il modo in cui ognuno di noi reagisce davanti ad un particolare stimolo non può essere indagato se non con l'esperienza diretta. Qualora fossimo inseriti in una vasca a privazione sensoriale ecco che la nostra mente produrrebbe reazioni diverse per ognuno di noi. Durante uno stato di coscienza alterato il nostro cervello si troverebbe a fluttuare e a creare immagini che sono frutto del nostro più profondo inconscio.
I Dream Of A Man In A Top Hat sono un duo post-punk sperimentale che con il loro ultimo singolo intitolato The Destination ci consegnano un brano che sembra essere il risultato di un perverso tentativo di indagine psicologica.
Il brano è un interessante e bizzarro esperimento sonoro che si configura come un'esperienza di ascolto atta a sconvolgere lo stato percettivo dell'occasionale fruitore di questa associazione di elementi sonori che sembrano ricalcare le conseguenze emotive di un complesso episodio psicotico.
Il primo contatto che abbiamo con questo brano si risolve in un fastidioso senso di frustrazione delle aspettative poiché il fill di batteria che apre la traccia ci suggerisce l'inizio di una canzone dal tempo veloce e sostenuto, che invece diventa improvvisamente tutt'altro.
Questo primo espediente è sufficiente per farci capire che stiamo assistendo alla messa in scena di qualcosa che non riusciamo ad identificare che ci pone in un inquieto stato di allerta. Il brevissimo e fuorviante intro sfocia in un allucinato riff di chitarra in cui la batteria esegue un tempo trascinato piuttosto oscillante in cui gli accenti e e le variazioni si susseguono senza una logica apparente.
Le voci del brano si esprimono in toni volutamente sgraziati e lamentosi che vanno ad esasperare il mood allucinato del brano. All'interno della traccia appaiono elementi jazz come il sassofono che si immette nel tessuto sonoro con sporadici e fugaci interventi, che vanno ad alimentare la sensazione di caos che pervade il brano.
Quello che stiamo ascoltando risulta comunque essere uno sperimentalismo compiuto dal punto di vista espressivo, in cui, nella eterogenea miscela di elementi proposta, riusciamo a cogliere un filo conduttore che ci illustra i misteriosi meccanismi di funzionamento della nostra psiche esplicitati dal testo della canzone che assume la forma e la sostanza di un delirio verbale incontrollato.