DREAM OF A MAN IN A TOP HAT - The Bad Side

26.11.2023

Ci svegliamo di soprassalto e sudati nel mezzo della notte. Abbiamo soltanto un ricordo vago di quell'incubo che ha interrotto il nostro sonno...ricordiamo vagamente un ring di vetro in cui macchine assassine sfidavano in combattimento un manipolo di uomini tra cui c'eravamo anche noi. Ricordiamo le urla delle persone che venivano martoriate da quei robot crudeli e il tappeto del ring che si riempiva di sangue e frattaglie umane.

Era quasi giunto il nostro turno quando, guardandoci intorno ci accorgiamo di non essere più in quel quadrato trasparente, ma in una piazza gremita di persone tra cui scorgiamo il nostro datore di lavoro che ride sguaiatamente del nostro terrore. Cerchiamo di scappare, ma come in ogni sogno che si rispetti, non ci riusciamo. Siamo spaventati a morte, ma riusciamo a svegliarci urlando disperati.

Il delirio onirico descritto nell'introduzione di questo articolo ci è stato ispirato dal sound convulso e paranoico dell'ultimo singolo dei Dream Of A Man In Top Hat intitolato The Bad Side. Con questo originale e folle brano il duo artistico ci consegna una traccia avvincente in cui suggestioni post punk retrò e rock alternativo moderno si fondono insieme all'elettronica per offrirci un'esperienza d'ascolto spiazzante.

Non appena il brano si apre siamo già nell'occhio del ciclone. Un rimo martellante accompagna con vigore un riff di chitarra spigoloso a cui rispondono vivacemente le note ossessive del basso. Questa breve introduzione lascia lo spazio ad un altrettanto fugace intervento di suoni elettronici, come se la voce digitale di un robot volesse annunciare il proseguo della tempesta.

Un nuovo riff si inserisce nel tessuto del brano e il cantato può finalmente cominciare. La voce si fa strada fra trame elettroniche super compresse ed il suono organico degli altri strumenti che procedono con un passo pesante e carico di groove. Anche le voci addizionali che sostengono il cantato risultano filtrate attraverso componenti disumanizzanti che riempiono l'ambiente con il loro vetroso contributo sonoro.

Al caotico sound si aggiunge la chitarra solista che interviene con scopi sinistri ad agitare ulteriormente le acque traboccanti della traccia. A circa metà del brano sembrano cessare le ostilità e siamo investiti da striduli suoni altisonanti.

La cassa della batteria ricomincia a pulsare tra i borbottii digitali dei synth che lentamente ricostituiscono quella marcia infernale e spietata. Il brano continua la sua corsa come un cane rabbioso alla disperata ricerca di un essere vivente da mordere e divorare. Mentre sudiamo freddo all'ascolto della traccia, il pezzo termina improvvisamente, dandoci l'impressione che stiamo per scoprire che qualcosa di orribile si è consumato, senza che ce ne accorgessimo, sotto i nostri occhi.

Un pezzo incredibilmente coinvolgente che tiene incollati alle casse per tutta la sua durata!