DIONEESUS - Social Media Masterpiece

13.12.2022

Viviamo in un mondo dominato ormai dalla tecnologia e dai Social Media. Un mondo in cui non contano più le nostre competenze specifiche, ma soltanto i numeri che facciamo in termini di followers e like sulle nostre pagine virtuali, che sono diventate a tutti gli effetti lo specchio della nostra vita. 

Esistiamo soltanto se appariamo su queste piattaforme, che sono una versione fittizia di ognuno di noi, in cui allo scopo di apparire migliori di quanto siamo in realtà sono stati inventati addirittura dei filtri che alterano il nostro aspetto, rendendoci più belli e quindi degni di essere seguiti. 

Viviamo tempi in cui anche la politica viene vissuta e gestita in termini di tweet e seguaci, abbassando il livello culturale del dialogo alla stregua dei discorsi da bar, con la differenza che i commenti che leggiamo non sono dello scemo del villaggio che sproloquia in una bettola, ma sono politici, opinionisti e in tempi recenti anche scienziati e virologi. 

Stiamo assistendo ad un appiattimento culturale sotto tutti i livelli che mette sullo stesso piano un premio nobel e una commessa di un discount di provincia.

La forte critica legata al proliferare di questa tendenza è l'oggetto della canzone Social Media Masterpiece dell'artista Dioneesus, che con questo ultimo singolo dice la sua in merito a questo fenomeno che è diventato ormai incontrollabile ed irreversibile.


Social Media Masterpiece si presenta come un brano Hip Hop con un beat lento e cadenzato in cui il cantante snocciola una serie di considerazioni e riflessioni su questo mondo che ci ha cambiato per sempre e che ci tiene intrappolati con le sue dinamiche basate sulla superficialità più estrema.

La fortissima sensazione che questo non è il modo in cui dovremmo vivere, questa realtà fatta di plastica in cui non si capisce più cosa sia reale e cosa non lo è. Quello che è reale e quello che era reale si sono ormai fusi in una miscela in cui non è più possibile distinguere gli elementi, ormai amalgamati a dovere. Il testo insiste su alcuni concetti come la sostituzione della vita vera con un surrogato esposto su facebook, tik tok e instagram.

Nelle parole dell'artista questa critica assume toni sempre più pesanti durante lo scorrere della traccia e lo scenario dipinto sembra un vero e proprio incubo in cui i nostri cervelli sono portati all'ammasso e la frustrazione per questo nuovo grado di realtà si traduce in un accorato appello a smettere di vivere in questo modo.