DIAL DRIVE - Burning Bridges
La musica è sempre stata una valvola di sfogo per le persone e questo vale sia per chi la scrive che per chi ne fruisce. Attraverso la musica riusciamo ad esorcizzare le nostre paure e a trovare la forza per andare avanti nella vita nonostante tutte le difficoltà ed i problemi che si presentano.
Una canzone scritta in un periodo buio porterà sollievo a chi sta affrontando la stessa situazione e questo vale per ogni tipo di emozione. La pandemia di covid ha messo pesantemente alla prova la popolazione che si è trovata improvvisamente costretta e limitata. Il sentimento maggiormente provato dopo la paura è stato sicuramente la rabbia perché non c'era niente che potevamo fare per risolvere la situazione.
Burning Bridges è il secondo album della band Dial Drive ed è un lavoro in cui viene dato libero sfogo a quella rabbia ed aggressività che si sono accumulate durante le restrizione dell'emergenza sanitaria. Molti degli otto pezzi che compongono il disco sono stati scritti durante quel periodo ed il loro sound riflette quel sentimento di frustrazione che può essere finalmente liberato.
L'album si apre nel miglior modo possibile con Wake Up, un pezzo aggressivo e violento che chiarisce fin dal primo riff le coordinate stilistiche del disco. Ritmi frenetici intermezzati da stop and go , cori da stadio e melodie orecchiabili. Il pezzo ha un tiro pazzesco al cui cospetto risulta impossibile stare fermi, pura energia.
La seconda traccia è Falling Down che ci offre un approccio più cadenzato, ma ugualmente efficace. L'energia del punk si fonde con ritmi ska per un'esperienza sonora coinvolgente e liberatoria. I riff dell'album sono tutt'altro che banali e Bury Me è la dimostrazione del talento della band di far convivere nella stessa traccia melodia, violenza e tecnica.
Con Keep Speaking siamo alle prese con un brano che si sviluppa su velocità più ridotte, caratterizzate da una cadenza fiera che si impone come un inno da urlare a squarcia gola. Il lavoro delle chitarre in questa traccia è ricco e fantasioso, le melodie si intrecciano alla perfezione mettendo in risalto una scrittura matura e raffinata.
Con Death torniamo a livelli di adrenalina elevati. Il pezzo corro via veloce tra ritmiche stoppate e rallentamenti pieni di groove. Quello che ci colpisce di questo album è l'arrangiamento estremamente curato in tutti i dettagli, non ci sono passaggi superflui e tutto è estremamente funzionale.
Burning Bridges e Guilty Blue sono altri due colpi ben assestati al nostro stomaco che subisce inerme il muro di suono della band. La formazione americana che gioca veloce e pesante trascende i confini del punk con qualche incursione nei territori brutali del metal.