
DAMIEN MUSTO - Game Over
I ragazzi che hanno vissuto a cavallo tra gli anni '80 e '90 conoscono perfettamente il significato di Game Over, quella scritta che compariva sui videogiochi al termine della partita. Col tempo Game Over è diventato quasi uno slogan, come a voler evidenziare che qualcosa è finito. Ebbene Damien Musto, chitarrista e cantautore del New Jersey con un ricco background indie-rock alle spalle, ha trasformato Game Over in una canzone, a sua volta metafora di un'amicizia finita.
Damien ha già dato prova della sua cruda umanità con il singolo introspettivo e senza tempo "Without You" e quest'ultimo brano ne dimostra la straordinaria versatilità e creatività artistica. "Ora è finita, nascondersi non è un'opzione, guardando le mie mosse, ti sei definito un amico" – così inizia la canzone, con parole dure ma che vanno dritto al cuore.
Damien esplora proprio il crollo di un'amicizia, che un tempo si basava sulla piena fiducia. Racconta come quell'amicizia si sia rivelata fasulla, soprattutto quando l'interesse personale ha preso il sopravvento sul sincero affetto. Non si finisce mai di conoscere qualcuno, nel bene e soprattutto nel male: questo sembra essere il messaggio del cantante del New Jersey.
La canzone inizia in un silenzio quasi surreale, con la sola voce accompagnata da note intime di chitarra. Gli accordi suonano con una inusuale lentezza, come a voler lasciare spazio al respiro tra una strofa e l'altra. La voce si snoda poi quasi come un sussurro sommesso, invitando l'ascoltatore ad entrare nel mondo di Damien e diventare partecipe, non solo spettatore, della sua storia.
Poi subentra una batteria ritmata e costante, che non spezza l'intimità così pazientemente costruita, ma anzi rafforza la tensione emotiva. Il tono si alza con il ritornello, per poi scendere nuovamente con la seconda strofa. Questi continui flussi e riflussi musicali danno vivacità e dinamismo al brano, mantenendo l'ascoltatore costantemente coinvolto.
"Game Over" è una canzone che si evolve strofa dopo strofa: le chitarre si fanno più acute, il suono diventa più saturo e l'energia aumenta in modo naturale. L'assolo di chitarra, con il suo sapore di desert rock, arriva al momento perfetto, emotivo ma controllato. La ripetizione del ritornello è quasi ipnotica, eppure l'arrangiamento si evolve continuamente proprio per non rischiare di cadere nella monotonia.
A rendere così speciale questa canzone è anche la voce di Damien, che, partendo bassa, raggiunge il suo culmine nell'atto finale, come a voler descrivere quel momento doloroso in cui si prende piena consapevolezza che ciò che è finto non può durare. "Game Over" si affida più alle emozioni vere che a una finta teatralità e proprio l'autenticità è, probabilmente, il motivo per il quale funziona così bene.
