CLARE EASDOWN - Injected

08.12.2022

La mente umana è un labirinto in cui ci si può perdere in maniera irreversibile e disperata. Il nostro cervello è un organo speciale in grado di compiere migliaia di operazioni ed è il centro funzionale di tutto il nostro corpo, il custode di tutto il nostro sapere e di tutti gli avvenimenti che abbiamo vissuto. Se il cervello viene danneggiato l'intera macchina va in avaria e si distrugge. 

Una malattia che attacca questa complessa struttura crea dei danni inimmaginabili che si manifestano attraverso un malfunzionamento dell'anima che si vede intrappolata in una prigione senza pareti da cui non è possibile evadere perché non ci sono muri da scavalcare, non c'è niente da abbattere, ma solo un vuoto opprimente. Ci si trova come nello spazio aperto del cosmo e si annaspa disperati senza speranza. 

La malattia mentale è qualcosa contro la quale non esistono rimedi risolutivi in senso assoluto. Le medicine per i suoi disturbi non curano, ma tendono solo a diminuire i sintomi, stordendo il malato e mettendo il suo cervello in uno stand-by che lo immobilizza per evitare che continui a fare danni.

Chiunque abbia fatto sfortunatamente conoscenza di qualcuno che sia affetto da problematiche neurologiche e mentali sa di cosa stiamo parlando. Il nuovo singolo di Clare Easdown intitolato Injected è una drammatica rappresentazione della condizione di un malessere psicologico in tutta la sua spietatezza clinica.


Sia da un punto di vista musicale che attraverso le liriche del brano, la cantante rende in maniera assolutamente verosimile le sensazioni frustranti e deliranti di chi si trova in una condizione di profonda sofferenza psicologica.

Da un punto di vista dell'andamento ritmico ascoltiamo un ostinato minimale di percussioni, come a scandire l'infinità senza limiti di una situazione angosciante che si perpetua in maniera ciclica, quasi come il lento battere di un metronomo.

Il brano suona come un lamento ossessivo in cui la protagonista del brano lamenta in maniera quasi compulsiva non i suoi sintomi, ma l'effetto delle cure che gli vengono somministrate e che risultano peggiori della malattia stessa: al dolore della terapia non corrisponde nessun guadagno in termini di sollievo, né fisici, né psichici.

La sensazione di essere incatenata e senza via d'uscita, punta ed infettata in continuazione, imbottita di pillole che fanno sentire solo una pesantezza schiacciante e dolore. Si può solo sperare che qualcuno arrivi a porre fine a quella sofferenza.

La voce è quasi sussurrata e sembra quasi un pianto sommesso. Come sotto un incantesimo si contempla la mancanza di rispetto e di pietà della razza umana.