CHRIS IANUZZI - Lonesome Highway Superstar

10.12.2022

Se Alice nel paese delle meraviglie fosse stato scritto ai nostri giorni sarebbe stato influenzato nel suo linguaggio verbale e visivo dalla tecnologia esistente oggi. Nel romanzo di Lewis Carroll leggiamo di una bambina di nome Alice che segue un coniglio bianco dentro la sua tana, scoprendo l'esistenza di un mondo fantastico popolato da creature antropomorfe bizzarre ed indecifrabili. 

Un'ipotetica versione contemporanea di quell'avventura letteraria potrebbe essere resa con il racconto di un viaggio nelle realtà virtuale in cui un malfunzionamento del sistema ha prodotto versioni distorte e caotiche dei vari avatar che si presenterebbero a noi con sembianze inquietanti ed agirebbero come impazzite tra oggetti di origine ignota, un mondo in cui non avremmo familiarità con niente e da cui non sapremmo come scappare.

Il romanzo di Carroll appartiene al genere letterario nonsense, giocando con le regole della logica e mescolando le immagini di oggetti di uso comune stravolte nel loro utilizzo tradizionale, dando origine ad un luogo surreale in cui serpeggia un'atmosfera perturbante. 

La versione tecnologica che abbiamo ipotizzato di questo racconto potrebbe avere una colonna sonora ideale nella canzone Lonesome Highway Superstar di Chrish Iannuzzi.

Lo stralunato brano dell'artista americano sembra appunto riproporre in una versione aggiornata lo strano viaggio di Alice. Nel testo della canzone vengono evocate una lunga carrellata di immagini e situazioni surreali, coadiuvate nella loro rappresentazione da un tappeto sonoro al limite dello psichedelico in cui anche la voce si esprime in toni esasperati e sopra le righe. 


La voce interpretante sembra costantemente in bilico tra lo stupore sincero e l'impossibilità comunicativa di un ubriaco che non riesce ad articolare bene i pensieri e concetti in virtù del suo stato d' ebrezza. Sembra quasi di ascoltare un Jim Morrison sconvolto in overdose da tecnologia aliena.

Il video promozionale che accompagna l'uscita della canzone riflette da un punto di vista di rappresentazione visiva quello che il testo descrive a parole.

La clip mostra panorami stellari in cui le nebulose, le galassie ed i corpi celesti si distorcono assumendo l'aspetto di oggetti che una volta conoscevamo, ma stravolti nella loro forma originale, come una perversa ricostruzione ad opera di un'intelligenza artificiale, di un'umanità ormai estinta e quasi completamente dimenticata.

Immagini vere ed immagini inventate si susseguono senza logica in questo trip visivo in cui nulla sembra avere senso e dove la nostra mente, satura di luci e colori, si perde come alla deriva nello spazio cosmico illimitato che sembra non avere né fine, né fini.