CHRIS CAULFIELD - Stockholm Syndrome

10.07.2023

La Sindrome di Stoccolma è un particolare stato psicologico che può interessare le vittime di un sequestro o di un abuso reiterato nel tempo. In modo apparentemente paradossale, chi subisce una violenza comincia suo malgrado a nutrire sentimenti di empatia nei confronti del proprio aguzzino che possono andare dalla solidarietà all'innamoramento. 

Questa particolare condizione non è affatto rara o straordinaria, se pensiamo alle donne vittime di violenza che non denunciano il marito o fidanzato che le maltratta è facile capire come in alcuni casi quelle persone arrivano a pensare di meritare quel trattamento e si prodigano a giustificare e a difendere chi le abusa. In un certo senso questa patologia può essere accostata alla sindrome della capanna che ha interessato moltissime persone che si sono trovate private della libertà in seguito alle restrizioni e ai lockdown durante le prime fasi della pandemia di covid, trovando in quello stato di cattività un luogo sicuro.

Le considerazioni in apertura di questo articolo sono pertinenti all'argomento trattato nell'ultimo singolo di Chris Caulfield intitolato, per l'appunto, Stockholm Syndrome. In questo brano l'artista canadese affronta questo tema nel senso più letterale della sua manifestazione organica, consegnandoci una canzone dai toni malinconici e claustrofobici.

Il brano inizia con una breve introduzione di percussioni a cui segue l'ingresso della voce. Le prime note sono cantate in falsetto con un'emissione leggera e quasi sussurrata. In contrapposizione a questa dinamica delicata abbiamo un basso denso e profondo che va a braccetto con la cassa disegnando un movimento suadente e velenoso simile allo strisciare di un serpente.

C'è un senso di sconsolata rassegnazione nella voce di Chris che alterna agilmente cantato e rappato creando picchi emotivi sia alti che bassi. Anche quando la voce del cantante si muove su note piene è percepibile un senso di disagio che spesso sfocia in un timbro roco e grattato come se ci fosse una parte della sua mente che vuole ribellarsi a quella condizione.

E' come se all'interno del protagonista della canzone sia in atto una lotta tra fazioni rivali che si scontrano per ottenere la supremazia. L'impianto musicale alla base di questa traccia è abbastanza minimale e tutta l'espressività che sentiamo è principalmente opera della voce che si muove su una vasta gamma di timbri che intervengono ad enfatizzare le parole del brano.

La voce di Chris è sicuramente il punto di forza della canzone. Il testo del brano dipinge un affresco di malessere mai completamente denunciato. In alcuni passaggi abbiamo effettivamente l'impressione che il protagonista si trovi quasi a suo agio in quella situazione di sottomissione. E' un brano corale, a più voci, come se stessimo assistendo alla frammentazione della personalità di un individuo e la vedessimo andare in mille pezzi.

Un ascolto incredibilmente profondo che mette in evidenza il talento di questo artista, assolutamente consigliato!