CAGRI RAYDEMIR - Black Or White

19.06.2023

Immaginiamo di guidare di notte in una strada di campagna. Non ci sono lampioni, l'unica fonte di luce è la luna che questa sera è incredibilmente luminosa. Sono ore che stiamo al volante e i nostri occhi sono stanchi e pesanti. La polvere bianca sollevata dalla nostra auto rende ancora più difficile mantenere la concentrazione. Per non addormentarci teniamo il finestrino leggermente abbassato.

 Accendiamo lo stereo e dalle casse comincia ad uscire una musica dolce e al tempo stesso spigolosa e oscura. Ascoltiamo quei suoni che sembrano descrivere alla perfezione la solitudine di quel luogo che abbiamo l'impressione nessuno visiti da molto tempo. Guidati da quelle strane melodie scorgiamo un'insegna con la scritta Motel. Decidiamo di andarci, riprenderemo il viaggio domani.

L'introduzione di questo articolo ci è stata ispirata dall'ascolto dell'ultimo EP di Cagri Raydemir intitolato Black Or White, un album di quattro tracce in grado di guidarci attraverso un'esperienza di ascolto introspettiva e seducente.

L'album è la diciottesima uscita discografica di Cagri Raydemir che si è occupato in questa sede di ogni aspetto del disco: dalla scrittura dei brani e delle parti dei vari strumenti, alla produzione e missaggio, artwork compreso.

Il sound del disco è ambiguo, in bilico tra il grunge, la musica orientale e la sperimentazione sonora. Il primo brano è Canary In A Coal Mine. Un riff arpeggiato di chitarra ci da un primo assaggio di quello che stiamo per scoprire, ossia una traccia straniante in cui vibrazioni rock si contorcono su ritmi mediorientali disegnando strani arabeschi semantici assolutamente affascinanti.

Nel secondo brano intitolato Undeniable Manifestation assistiamo all'incursione della tromba di Julian Hesse che colora di jazz le dissonanze acide disseminate nella trama della canzone. Anche il cantato asseconda questo mood che rasenta il mistico con un'interpretazione molto partecipata ed energica. Nel brano c'è un ottimo assolo di tromba che ci catapulta in un'atmosfera quasi western.

Con il terzo brano, False Certainty continua la sperimentazione sonora. L'arrangiamento ricorda la colonna sonora di un film di avventura ambientato in oriente. La progressione armonica degli accordi è molto suggestiva. Un brano davvero affascinante in cui la melodia sembra serpeggiare sinuosa e misteriosa come un cobra sotto il giogo del suo incantatore. Ottimo il lavoro di basso e chitarra, espressivi e pulsanti.

Il brano che conclude l'Ep è Justifiable Hands To Play. Pochi accordi di chitarra aprono il brano mentre la chitarra elettrica esegue un solo evocativo. Simile ad una ballad grunge acida, il brano evolve in una canzone dalla struttura complessa sorretta da un'orchestrazione onirica e surreale che mette in evidenza la visionarietà musicale del suo autore.

Le ultime note, lasciate brevemente a risuonare ci lasciano storditi, come se ci fossimo svegliati da uno strano sogno che ci ha colti di sorpresa facendoci chiudere gli occhi per quindici intensi minuti.