BURN THE LOUVRE - Silhouettes

18.12.2022

Il modo più semplice per scrivere una canzone è quello di prendere in mano una chitarra e lasciarsi trasportare dalle proprie emozioni, mettendo su carta parole ed accordi che siano in grado di comunicare un messaggio ed un emozione. Solitamente a questo atto di creazione iniziale segue una fase di in cui si pensa a quali strumenti impiegare per far risultare al meglio quell'idea originale, quale stile conferire al brano e quale arrangiamento risulterebbe migliore per valorizzarne la scrittura. 

Ci sono poi canzoni che non necessitano di un'intera band per prendere forma in maniera definitiva, brani in cui l'artista preferisce mettere in risalto quella che è stata un'ispirazione veloce e completa di un'idea che lo ha coinvolto e persuaso a scrivere.

La band Burn The Louvre è un duo indie-rock che con il loro album di debutto Silhouettes confeziona undici brani in cui le canzoni sono eseguite nella quasi totalità dalla chitarra acustica e dal basso in cui raramente appaiono altri strumenti. Il sound della band risulta quindi abbastanza scarno, ma i brani godono di una scrittura che conferisce agli stessi un'autosufficienza che non toglie nulla all'impatto che caratterizza questo energico duo.

Il progetto iniziale per questo album prevedeva un solo componente Jordan Speare e doveva trattarsi un Solo Project che era stato già registrato con l'aiuto di altri musicisti. Un giorno Jordan viene contattato da Sean Cooper che risponde con molto ritardo ad un annuncio riguardante una ricerca di musicisti. 

I due si incontrano e dall'alchimia di quel tardivo evento decidono di registrare di nuovo il materiale alla luce del sound scaturito dalle personalità complementari dei due musicisti. Contrariamente a quanto pensato dalla band, che aveva progettato di rilasciare un singolo ogni mese da gennaio a novembre, la scelta finale si orienta a favore un'uscita integrale, avvenuta per l'appunto, poche settimane fa.


L'album è caratterizzato da un sound molto fresco in cui lo spirito punk della band riesce ad emergere anche nelle tracce più "acustiche" del disco. Un altro elemento di pregio di questa raccolta di canzoni è l'utilizzo della voce che sembra poter coprire una grande varietà di timbri a seconda di quello che vuole essere lo spirito di ogni singolo brano.

Rileviamo infatti una grande adattabilità ai vari stili che questo disco ci offre. Tra i brani più rappresentativi troviamo la title-track, Driving In The Rain e Lost With You che sono quelli più squisitamente acustici e immediati. Tra i pezzi eseguiti con la band al completo citiamo Nice guy, Dumb e Hey Stacey, caratterizzati dall'anima più rock e punk della formazione.

Il pezzo Alison vede la partecipazione alla voce di Stephanie Deshanee e si configura come uno degli episodi più riusciti del disco. L'album si chiude con Honolulu, il brano, eseguito con l'ukulele, è una canzone che Jordan scrisse per il compleanno della sua prima ragazza e nelle parole del cantante troviamo la volontà di chiudere questo debutto con una canzone che fosse evocativa di quando i tempi erano grandiosi.