BONES IN BUTTER - Songs For A Sane Society

16.01.2024

I pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi, poiché solo chi guarda le cose da un altro punto di vista, completamente diverso da quello convenzionale, può davvero cambiare cose. Del resto i più grandi geni del mondo erano considerati pazzi, prima che la società desse loro ragione. Già, la società, quella attorno cui ruota tutto quanto e nella quale ognuno di noi cerca disperatamente il suo posto.

Partendo da questo concetto i Bones in Butter, gruppo serbo, hanno realizzato un album dal titolo che dice tutto: "Songs for a Sane Society", cioè "Canzoni per una Società Sana". Il titolo stesso per certi versi è contraddittorio poiché analizza temi come l'alienazione, le realtà virtuali, l'oppressione istituzionale, la caduta e la discesa dei tiranni che di sano hanno poco o nulla. Tutti questi argomenti vengono bilanciati all'interno dell'album, intrecciando temi vari come l'amore e la speranza raccontati con una sottile ironia.

Per quanto i temi siano sicuramente interessanti, l'aspetto che maggiormente colpisce di questo album è proprio la musica. "È pop, ma non hai mai sentito musica come questa prima" – hanno detto i Bones in Butter e in effetti "Songs for a Sane Society" è un caleidoscopio musicale che crea un percorso sonoro ricchissimo dove si intrecciano diversi generi.

L'album parte con "So Alone", una melodia psichedelica e innovativa dal retrogusto rock che rappresenta l'inizio di un viaggio emozionante e inebriante. Si cambia registro con "Littlewing", una canzone molto più soft dal ritmo ondeggiante e sognante accompagnata da chitarre ipnotiche e bellissime armonie vocali.

Si presenta grintosa ed energica "They Live", che dà una bella scarica di rock puro e duro, mentre la quarta traccia "A Dystopian Love Song" è una dolce melodia che sterza nuovamente verso il genere pop. "Schizofrenica" e onirica, "This Is Not What You Promised" si fa apprezzare per la melodia realizzata dalle chitarre e dai bassi che si fondono perfettamente tra di loro.


Altra canzone che merita una piccola parentesi è "Stop Dancing Now!", che sembra la perfetta colonna sonora di un film di fantascienza psichedelico degli anni '60, a metà tra il rock e il punk, dove la batteria gioca un ruolo di primo piano. E ancora ci sono le note sinistre e a tratti inquietanti di "Her Cave" che si scontrano con quelle luminose e briose di "Scenes From The Metro". Chiude l'album "Beyond the Sea", che lascia un senso di nostalgia malinconica e agrodolce.

Un pregio e un difetto di questo album? La cosa paradossale è che ciò che per alcuni è un difetto, per altri è un pregio. Il difetto potrebbe consistere nel fatto che, ascoltando tutti i 14 brani, si fa fatica a decifrare il genere musicale prevalente. In effetti un vero e proprio genere non c'è, anzi, i Bones in Butter hanno dimostrato la loro grande versatilità e duttilità sperimentando più stili combinati tra di loro capaci però di conferire una continuità stilistica a tutto l'album.

"Songs For A Sane Society" è una corsa sfrenata di 14 canzoni che si spingono in diverse direzioni musicali dando comunque la sensazione di una raccolta musicale coesa. L'equilibrio dell'album è folle, sottile e senza un genere specifico e forse è proprio questo l'aspetto più peculiare che piace e colpisce di più.