BONES IN BUTTER - Cosmopolis

26.06.2024

Funk, indie rock, new wave, ska e groove, il tutto condito da una bella spruzzata di musica psichedelica. Questa è la ricetta di "Cosmopolis", l'ultimo album dei Bones in Butter, band serba che ci proietta in un'avventura sonora ipnotica dal suono eclettico e vivace. "Cosmopolis" propone 13 tracce che reintroducono una miscela rock psichedelica, mettendo in mostra la loro evoluzione musicale rispetto agli altri lavori, mantenendo però il loro suono e il loro stile caratteristico.

Prima di passare in rassegna l'album "Cosmopolis", conosciamo meglio i Bones in Butter, iniziato come progetto solista di Milutin Krasevic e poi trasformatosi nel lockdown in una band di musicisti creativi sulla scena indie e jazz di Belgrado. L'album è stato registrato, mixato e masterizzato da Srdjan Popov e dal batterista Marko Milivojevic all'HillRiver Studio di Belgrado. Tutti i membri della band sono stati coinvolti nel processo di produzione, a dimostrazione della grande compattezza dei membri della band che viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda.

Dopo questa ampia ma doverosa parentesi per creare il contesto giusto per conoscere meglio i Bones in Butter e recensire l'album, parliamo di ciò che più ci piace: la musica! Il sipario si alza con "You Just Drowned", che prepara la scena per quello che verrà dopo con un'atmosfera oscura e suggestiva che rievoca il sound di Lou Reed, come una nuvola temporalesca che si affaccia improvvisamente su una giornata assolata che annuncia la tempesta musicale in arrivo. Milutin usa una narrazione in grande stile parlando con la sua voce calda e nitida, un'intro perfetta all'album, una sorta di prefazione. Dal brano trasuda un'atmosfera ultraterrena, intrecciata con sottili sfumature gotiche.

L'atmosfera cambia con "Dumped", un inno rock alternativo dall'atmosfera post-punk, dove c'è un lavoro di chitarra eccezionale, dove sembrano riecheggiare le influenze dei Cure. La terza tappa del viaggio è "A New Generation, Pt…", dove ritorna un'atmosfera inquietante con la voce profonda di Luna Škopelja che racconta il tema della macabra guerra perpetua, accompagnata dal basso intrigante e pulsante di Dejan Škopelja.

Con "Skunks!" cambia ancora la scena sia da un punto di vista narrativo che musicale. Si parla di opportunismo e immortalità e la canzone esplode con un assolo psichedelico che riporta indietro nel tempo in un viaggio "acido" tra gli anni '70, lanciando l'ascoltatore verso l'ignoto. Del resto questo continuo tira e molla tra energia grezza e introspezione è proprio un segno distintivo dei Bones in Butter.

L'atmosfera si mantiene crepuscolare e intrisa di malinconica nostalgia con "They All Shine For You", vivacizzandosi con "Trasform" per poi diventare scintillante con "Are We Dead Yet?". "Persona Non Grata" è un'altra traccia accattivante, con una bellissima melodia in bilico tra reale e metafisico. Qui l'assolo di chitarra è al centro della scena, intrecciando un'insolita e inattesa influenza arabeggiante che aggiunge ulteriore intrigo alla superba melodia.

C'è una svolta dolce e romantica, ma anche lugubre e cupa, in "Know Nothing". La decima tappa è la rockeggiante "I Can Love", mentre l'atmosfera tende a farsi più rilassata con "A World Before You Go". "Going To Cosmopolis" è l'ultima scintillante traccia prima della bellissima "Escape" per un finale col botto!