BLACKFOXY - African Beat

05.11.2023

Tra il 1872 e il 1887 l'oculista polacco Ludwik Lejzer Zamenhof provò a coniare una nuova lingua, l'esperanto, che nelle sue intenzioni doveva essere in grado di far dialogare i diversi popoli creando tra di loro pace e comprensione. Insomma una lingua semplice, ma espressiva, comprensibile a tutti i popoli del mondo. In realtà quell'esperimento non ebbe grande fortuna, ma c'è un'altra lingua comprensibile a tutti e che non ha bisogno di regole grammaticali o di sintassi: la musica. Chiunque, indipendentemente dalla nazionalità, dall'età, dal sesso o dall'estrazione sociale è in grado di conoscere il linguaggio "democratico" della musica, accessibile a tutti e senza alcuna frontiera da superare.

Partendo da questo concetto i Blackfoxy hanno realizzato un vero manifesto della musica internazionale, "African beat", un ponte tra l'Africa, le Americhe e l'Europa. Il pezzo è un'esplosione di energia che mette insieme una notevole varietà di influenze musicali: dal vecchio country americano al surf rock, dal funk fino al jazz. Questi generi musicali si fondono in un mix perfetto creando una canzone dal ritmo festoso, energico e contagioso. Se hai la musica nel sangue, non potrai fare a meno di ballare e scatenarti sulle note spumeggianti e scoppiettanti di "African beat"!

Sin dall'intro il basso fa irruzione col suo groove orecchiabile e ritmato e, pur rimanendo in sottofondo, è un tratto caratteristico di tutto il pezzo. Anche le voci si fondono perfettamente, mantenendo un ritmo energico per tutta la canzone senza un attimo di pausa. I suoni così variegati riportano indietro nel tempo alla cara vecchia disco degli anni '80, anche se in sottofondo si scorgono le contaminazioni del vibrante jazz-funk di ispirazione francese che portano una ventata di freschezza e di novità.

Ma chi sono i Blackfoxy? Il gruppo jazz-funk di Villeneuve si è formato nel 2011 su iniziativa di Kalid Bazi e Klaus Blasquiz. I due artisti inizialmente scrissero la canzone per il film "La Planque", prodotto dallo stesso Kalid Bazi e da Luc Besson, ma poi è rimasta nel cassetto fino ad oggi. Il nome della band rende omaggio alle Foxys, le donne combattive delle periferie che devono sgomitare per trovare un posto al sole nella società moderna. 

La canzone trasmette gioia ed energia, "armi" usate per combattere l'odio e dire no le guerre. Il gruppo infatti è socialmente impegnato e ha scritto canzoni in onore delle vittime degli attentati del Bataclan e alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo.

La loro musica è ispirata alla blaxploitation, un genere prevalentemente cinematografico nato negli anni '70 che puntava a valorizzare i personaggi di colore del cinema, elevandoli da semplici comparse o "spalle" a protagonisti. Nelle loro canzoni ci sono anche contaminazioni musicali cubane e caraibiche per creare uno stile a tutto tondo e promuovere i valori della pace.

"African beat" è un omaggio alle radici africane del funk e crea un ponte musicale tra i vari continenti nel mondo. E allora chiudi la valigia, si parte per questo giro del mondo musicale in compagnia dei Blackfoxy. Il viaggio può partire all'istante: ti basa chiudere gli occhi, aprire la mente e premere il tasto play!