BLACKCHORDS - Connected//Forgotten
Ci sono alcuni giorni in cui senza una ragione specifica ci sentiamo tristi. Questa sorta di malinconia ci raggiunge spesso quando ci troviamo soli in casa e non abbiamo niente di urgente da fare. In quei momenti è come se la nostra mente effettuasse un brainstorming personale passando in rassegna tutte le cose che non sono andate bene nella nostra vita e tralasciando maliziosamente gli obbiettivi raggiunti.
Mentre ripercorriamo le tappe principali della nostra storia siamo sopraffatti da sentimenti contrastanti che hanno a che vedere con le nostre scelte. E' buffo pensare come adesso avremmo reagito diversamente alle cose che ci sono accadute in passato. In alcuni casi saremmo stati più risoluti ed in altri meno affrettati. Con il tempo siamo maturati, ma spesso abbiamo nostalgia di come eravamo.
Le considerazioni in apertura di questo articolo ci sono state suggerite dall'ascolto dell'ispirata musica dei Blackchords che con il loro ultimo album intitolato Connected//Forgotten ci regalano un'esperienza d'ascolto profonda e coinvolgente. Il disco è il terzo lavoro in studio per la band australiana che ritorna sulle scene dopo un silenzio di quasi dieci anni. L'album è composto da dieci brani in cui vengono affrontati temi universali come l'amore, il dolore, la paura e la speranza.
La band vanta un curriculum di tutto rispetto e le loro canzoni sono apparse anche in serie TV di successo come Orange is the new black, Shameless e Suit. Il sound del disco affonda principalmente le sue radici nelle suggestive atmosfere del post-rock, ma in realtà sono molti i generi e gli stili che vengono toccati nei vari brani.
La traccia che apre l'album è More Than You May Ever Konw, un brano che funge da presentazione per l'intero lavoro. Un ritmo funkeggiante primeggia su un tappeto di melodie malinconiche e riflessive dandoci un primo assaggio di quello che troveremo nel disco. C'è un atmosfera particolare che si respira nell'album, come un sentimento di rimpianto, un'aura di nostalgia che contamina anche i brani più vivaci come Trawler.
L'elettronica ha posto non dominante, ma comunque di rilievo nell'economia del disco. I vari synth e percussioni elettroniche che appaiono nei pezzi hanno lo scopo di enfatizzare maggiormente le emozioni espresse nei testi delle canzoni. La voce interpretante è il vero collagene dell'album, come un robusto filo conduttore che lega indissolubilmente i brani ad un mosaico di sentimenti che gravitano intorno alle esperienze umane e alle sensazioni che proviamo davanti alle difficoltà della vita. Il brano No Place To Be è l''esempio più concreto della forza espressiva del cantante che riesce con la sua performance ad ipnotizzarci tenendoci incollati alle casse dello stereo.
Non possiamo non menzionare la qualità eccellente della produzione, curata in ogni dettaglio per esprimere al meglio i temi trattati nelle singole canzoni.
In poche parole Connected//Forgotten è un vero capolavoro di maestria e creatività che segna il ritorno di una band incredibilmente dotata.
Un album da ascoltare, riascoltare e condividere.