AXUS BLISS - Live Once Die Twice

31.01.2023

Chi è abituato alla purezza del suono che caratterizza le produzioni musicali moderne potrebbe storcere il naso davanti ad un prodotto che non rispecchi gli standard a cui siamo ormai abituati ed assuefatti. Il rock ed il metal sono due generi che nella loro evoluzione attraverso le decadi, hanno raggiunto uno status commerciale (in senso buono) che gli impone, soprattutto per i nomi più noti, una produzione cristallina. 

Molte volte la scelta di super-produrre un album è voluta fortemente dalla band, altre volte invece è imposta dal produttore o dall'etichetta discografica per raggiungere un nuovo target di ascoltatori. 

Se da un lato un suono molto pulito rende maggiormente intellegibili le varie sfumature della traccia, dall'altro, un sound troppo patinato potrebbe far perdere interesse ai puristi del rock, che interpreterebbero come vile imborghesimento quella scelta estetica.

Gli Axus Bliss sono una band americana dedita ad un rock-metal in vecchio stile il cui ultimo album intitolato Live Once Die Twice è la perfetta incarnazione di quanto detto nell'introduzione di questo articolo. Il suono dell'album è caratterizzato da un suono molto naturale degli strumenti, in cui è possibile scorgere anche le piccole imperfezioni sonore che solitamente vengono eliminate in studio nelle fasi di produzione.

A nostro modo di vedere la scelta della band di mantenere il suono il più naturale possibile è vincente e si sposa alla perfezione con l'atmosfera del disco che si rifà al metal ed al rock anni '70 e '80, periodo in cui non era ancora così sviluppato per questo genere musicale la ricerca della pulizia assoluta dei suoni. 

Live Once Die Twice è costituito da sette pezzi per una durata di trentaquattro minuti in cui è possibile immergersi nel vero spirito del rock più ruvido e sincero. Siamo al cospetto di un disco che risulta molto spontaneo, senza filtri in cui la band è libera di seguire il flusso delle proprie idee ed ispirazioni.


Una caratteristica che colpisce fin dalla prima traccia è la voce del cantante che si ispira allo stile vocale degli Dei del Metal come Rob Halford o King Diamond, in cui l'enfatizzazione degli acuti rappresentava il tratto peculiare e il punto di forza maggiore.

Le chitarre, ruggenti prendono ispirazione dai lugubri e potenti riff di Tony Iommi, ma è possibile scorgere più di una band di riferimento per gli Axus Bilss che riescono a sfornare un disco che potrebbe essere stato benissimo concepito negli anni d'oro del Metal.

Ascoltando questo album riusciamo ad immaginare questa band in sede live e ci sembra di vederla sul palco trascinare legioni di fan con tutta la grinta e l'energia che emerge dalle tracce di questo disco. UP THE HORNS!