ASAF ASHKENAZY - Dog In Yard

12.03.2023

Ci sono alcuni dischi che sembrano stati scritti appositamente per tenerci compagnia durante i viaggi. Quando ci spostiamo su lunghe distanze è naturale ascoltare musica che ci tenga svegli e ci faccia compagnia. Soprattutto se stiamo viaggiando da soli, la musica si connette con noi e le nostre emozioni e ci sembra che i brani che stiamo ascoltando parlino direttamente alla nostra anima. 

Quando siamo al volante della nostra auto la mente comincia un suo personale viaggio fatto di eventi accaduti, occasioni mancate ed altri avvenimenti più o meno significativi. Esiste un particolare tipo di nostalgia che ci assale quando viaggiamo da soli che la musica riesce a coccolare ed assecondare, rendendo il nostro tragitto un'esperienza quasi mistica.

L'ultimo Ep dell'artista Asaf Ashkenazy si intitola Dog In Yard ed è un album di cinque brani che riesce a metterci in contatto con la parte più riflessiva di noi, in un procedimento emozionale simile a quello descritto nell'introduzione di questo articolo.

I brani che compongono questa raccolta si ispirano, in termini di suono, all'indie-rock ed al folk di matrice americana. Il disco risulta estremamente curato sia negli arrangiamenti che nei suoni utilizzati. Il piccolo viaggio che compiamo tra le tracce di questo album risulta completamente appagante in quanto le canzoni che ci vengono presentate coprono un range emotivo piuttosto vario.

La canzone che apre l'Ep si chiama Don't Cry ed incarna alla perfezione quella strana malinconia di chi si trova solo in balia dei suoi pensieri. Un sound soft e riflessivo caratterizza la traccia che presenta un affascinante giro di accordi su cui il cantato si appoggia in maniera naturale e coinvolgente. 


Con il secondo brano, intitolato Spread The Light troviamo un blues rock che sembra scritto appositamente per mettere a tacere tutti quei pensieri ossessivi che vengono spesso a trovarci quando abbassiamo la guardia.

Con Take Me troviamo un episodio semi-acustico che asseconda la nostra volontà di fuga, facendoci desiderare di non tornare più indietro e di continuare a seguire la strada finché la benzina rimanete lo permetterà.

Il quarto brano, Thinking Of You, vede il ritorno nella nostra mente di quelle immagini che ci perseguitano da una vita e che puntualmente gettano un velo di tristezza sulla nostra anima. Questa traccia presenta una melodia davvero contagiosa e gli accordi che la sostengono sono tutt'altro che scontati.

Il nostro viaggio giunge al termine con il brano C'est La Victor ed è l'unico pezzo cantato in ebraico. Il fascino esotico di questa canzone ci accoglie con la sua atmosfera solare e positiva. Nella nostra mente questo pezzo rappresenta la meta del viaggio, un punto di arrivo verso una terra che sembra ospitale ed inclusiva, in poche parole la perfetta conclusione di questa esperienza sonora.