ARTELA - Seven
Quello della diversità è un tema che ha sempre generato dibattiti e discussioni. Chi appare in un qualche modo diverso, rispetto a quelli che sono agli standard della collettività in cui vive, genera sempre sospetto e viene guardato con diffidenza. La diversità può riguardare numerosi aspetti come il colore della pelle, il credo religioso, la propria sessualità o addirittura il pensiero politico.
Chi si sente difforme da quelle che sono le convenzioni sociali e morali di un determinato luogo non può che sviluppare una sensazione di inadeguatezza che in alcuni casi può portare l'interessato ad avere l'impressione di essere costantemente osservato e spiato.
Questa sensazione di essere malvisti coinvolge tutte le persone che ruotano intorno a quella persona, dagli amici, ai colleghi di lavoro o addirittura dal governo.
Le considerazioni in apertura di questo articolo sono l'argomento di cui tratta il singolo di debutto della cantante Artela intitolato Seven, un brano di musica elettronica con una forte impronta dark che parla delle sensazioni che prova chi non si piega al conformismo e si discosta dalle linee guida che la società ci impone.
Artela è originaria di Taiwan e risiede a Londra. Quello che l'artista realizza con il suo brano è una sorta di denuncia e un tentativo di emancipazione della donna rispetto a quelle che sono le aspettative di comportamento, soprattutto delle donne, nelle società più arcaicamente tradizionaliste.
Il brano inizia con un'introduzione di eterei synth bagnati di riverbero e con una buona dose di delay. Già dalle prime note comincia a configurarsi un'atmosfera straniante e oppressiva. Questa sensazione viene amplificata quando entra in gioco un accompagnamento di percussioni in stile trap, ma soprattutto dall'ingresso della voce che ripete in maniera ossessiva le parlo I Can See Everything. Questo mantra si ripete e viene modulato attraverso variazioni tonali e armonizzazioni.
Quello che ci suggerisce questo brano è un forte senso di disagio che sfiora la paranoia. Anche il video promozionale che accompagna l'uscita del brano va in questa direzione, mostrando la cantante aggirarsi per la città. La protagonista si sente gli occhi del mondo addosso e la realtà intorno a lei si deforma assumendo un aspetto grottesco e inquietante. Quello che ha intorno a lei è un mondo ostile e pronto a giudicare, un luogo in cui la cantante si sente sola e minacciata costantemente.
C'è un forte senso di estraniamento che domina la traccia, come in un delirio ad occhi aperti. La sensazione di inadeguatezza e isolamento sociale è palpabile e secondo la nostra opinione questo singolo rappresenta un biglietto da visita di tutto rispetto per un'artista al suo debutto. Attendiamo con ansia i prossimi lavori di Artela che siamo convinti non deluderanno.