ARNAB SENGUPTA - Till Death Do Us Part

16.08.2023

Il mondo moderno è una fogna di corruzione in cui non c'è più spazio per i valori e gli alti ideali. La società occidentale è in mano ai poteri forti e alle multinazionali che guardano esclusivamente agli interessi economici e ai profitti a scapito delle classi più deboli. 

In questo mondo corrotto e degradato la gente si comporta di conseguenza, perseguendo il proprio piacere individuale e abbandonandosi a facili gratificazioni materiali bramate in quanto unica fonte di felicità possibile. L'egoismo e l'edonismo dominante sono figli legittimi di questi tempi bui che porteranno alla fine della civiltà.

La drammatica introduzione di questo articolo è ispirata all'ultimo singolo di Arnab Sengupta intitolato Till Death Do Us Part. In questo brano dal gusto epico l'artista australiano lamenta la decadenza dei nostri tempi attraverso una canzone che si propone di svegliare le nostre coscienze prima che la morte sopraggiunga a separarci.

Till Death Do Us Part si configura come una lunga contemplazione della condizione umana in cui viene messo in evidenza la caduta di tutti i valori e degli ideali che hanno lasciato lo spazio ad una società ormai senza controllo. Un racconto epico di grandezza decaduta che ha lasciato solo macerie e un grande senso di disperazione che invita a riflettere sulla nostra vita.

Il brano inizia con un arpeggio di chitarra classica dallo stile vagamente medievale su cui ascoltiamo i potenti timpani della batteria. I forti colpi percuotono le pelli come per annunciare un corteo solenne. La voce inizia la sua sconsolata narrazione con un timbro chiaro e profondo allo stesso tempo. Già dalle prime note possiamo apprezzare il range vocale di Arnab che si lancia in falsetti che raggiungono note da soprano che esaltano l'incedere del pezzo.

C'è molta teatralità in questo brano e si respira la stessa aria romantica e malinconica che possiamo trovare nei film di Tim Burton. La melodia è appassionante e l'arrangiamento la segue enfatizzandone i passaggi e le pause. L'accompagnamento di questo brano è frammentario e rarefatto.

La chitarra è l'elemento più persistente, le percussioni ed i basso compaiono in determinati punti della narrazione per lasciare la voce e la storia in primo piano. Il racconto prosegue appassionato e struggente, simile alla declamazione di una poesia che affascina gli alunni di un corso di letteratura e noi come loro ascoltiamo in silenzio i versi del brano.

A circa metà della traccia approdiamo ad una nuova sezione di passaggio che ci porta ad un intermezzo strumentale che rimane fedele al mood del brano. Non ci sono sconvolgimenti nel pezzo che si impone come un monologo da accettare come monito. Verso la fine del brano i toni si macchiano di drammaticità e sembrano acquisire una maggiore urgenza espressiva. Questo incremento emotivo ci porta alla coda del brano che si chiude con un'armonizzazione della linea vocale principale.

Un brano magnifico e affascinante da ascoltare fino in fondo.