Arliston - Vertical
Nella vita ci capita di affrontare problemi insormontabili, simili ad un muro verticale semplicemente insuperabile. Partendo da questo concetto il duo londinese alt-pop Arliston, composto dallo strumentista e produttore George Hasbury e dal cantante e strumentista Jack Ratcliffe, ha scritto la struggente "Vertical", una canzone che sa scavare a fondo nell'animo dell'ascoltatore. "Vertical" rappresenta quello stato di vuoto mentale dove tutto sembra impossibile, scoraggiante e per l'appunto verticale.
"Vertical" è il secondo singolo estratto dall'album "Disappointment Machine" e conferma la grande vena creativa degli Arliston, che per l'occasione si sono avvalsi della collaborazione di Sam Catchpole alla batteria e di Brett Shaw alle percussioni.
La canzone si apre con una voce baritonale molto intima, che fluttua sui tasti di pianoforte delicati e i ritmi di batteria che entrano in punta di piedi, per dare una sensazione di emozione crescente. Nel primo minuto della canzone è racchiusa tutta l'intensità degli Arliston e le voci meditabonde si trasformano in suppliche disperate, come nella strofa: "Come faccio a sapere se posso andare avanti?".
Durante tutta la traccia il duo sviluppa questa continua tensione tra bassi introspettivi e alti espressivi, che rappresentano i momenti belli e brutti che si alternano nella vita come un ottovolante emotivo che non si ferma mai. George ha detto che si è divertito molto a realizzare questa canzone, anche perché hanno lavorato molto per cercare strade alternative in chiave musicale.
"Vertical" comprende quei periodi incerti e particolarmente complessi della propria vita, a cavallo tra la fine dei 20 anni e l'inizio dei 30 anni. Gli Arliston con questa canzone affrontano le difficoltà del momento attuale, ma allo stesso tempo riflettono sulla confusione del passato. "Vertical" è la metafora di un ostacolo insormontabile, cioè un muro piatto da scalare.
A tal proposito è sicuramente interessante raccontare l'aneddoto di Jack, dal quale è nata poi la canzone. Jack ha spiegato che aveva in mente un personaggio che cercava semplicemente qualcosa, come le chiavi o un portafoglio in un paio di jeans spiegazzato sul pavimento. Il cantante ha ammesso di essere molto sbadato e di dimenticare sempre dove sono le sue cose. La canzone mira a riflettere proprio quella distrazione confusa, chiedendosi "se non riesco a fare nemmeno queste cose basilari, come posso andare avanti e fare cose più complesse?".
Gli Arliston non hanno la presunzione di avere la risposta in tasca, ma semplicemente hanno voluto rappresentare in musica quello stato di vuoto mentale in cui tutto sembra impossibile. "Vertical" è una montagna russa di emozioni, che fa precipitare nell'abisso della tristezza per poi proiettare nuovamente verso la luce e la speranza.
Il risultato finale è un pezzo malinconico che esprime potenza e vulnerabilità allo stesso tempo. La musica è un paesaggio lussureggiante, dove l'ascoltatore sembra intrappolato in un sogno dove tutto è allo stesso tempo bello e terrificante.
Se sei pronto a partire per un viaggio sonoro attraverso gli angoli più oscuri della tua anima, "Vertical" è la canzone ideale che ti farà piangere, riflettere e anche sorridere. Come in ogni tempesta, la tristezza inevitabilmente finisce e le nuvole si diradano, ed è proprio questa la sensazione che si prova dopo aver ascoltato il brano degli Arliston.