ARLISTON - Thawed

01.12.2023

I tempi che stiamo vivendo sono caratterizzati da una sovraesposizione di informazioni. Il mondo ci bombarda con notizie e aggiornamenti su quanto accade sul nostro pianeta. La nostra mente non può sopportare questo flusso di parole e di immagini che mettono in scena la violenza e le negatività di una società sempre più malata.

Allo stesso modo in cui proviamo repulsione per tutto questo c'è una parte di noi che se ne nutre in modo compulsivo, alimentando la nostra rabbia repressa che si manifesta attraverso comportamenti malsani ed ossessivi. Cerchiamo allora la solitudine nella nostra comfort zone che diventa invece il luogo d'elezione in cui consumiamo quel pasto tossico. Ogni giorno quando ci svegliamo ricomincia tutto da capo.

Le parole in apertura di questo articolo sono ispirate alla musica e al testo dell'ultimo affascinante singolo di Arliston intitolato Thawed. La band indie-rock del Regno Unito ci offre con questo brano un viaggio claustrofobico nel labirinto di una mente compromessa che ci viene raccontata attraverso i magnetici suoni della coscienza ormai condizionati dall'ansia e dalla paranoia.

Un arpeggio di chitarra folk duetta con la linea di basso nell'introduzione del brano creando fin dalle prime note un'atmosfera cupa e ossessiva su cui volteggiano dei cori. La batteria si inserisce in questo mood con un ritmo sincopato e zoppicante che dura soltanto il tempo di quattro misure per poi fermarsi La voce interviene sulla quella rete di note eseguita da basso e chitarra con una melodia eterea ed essenziale cantata con un timbro sconsolato e sofferente.

Cori ed elementi percussivi si aggiungono quasi timidamente alla narrazione che si riversa velocemente nel ritornello. Si respira un'atmosfera inquieta ed insofferente in cui tutti gli strumenti e perfino la voce sembrano riluttanti nell'esposizione, come se l'espressività che sentiamo sia stata estorta con la forza.

L'arrangiamento è originale e particolareggiato. Un ruolo importante nell'economia del brano è giocato dai cori e dal suono della batteria che appare volutamente sporco, mentre le chitarre hanno una voce strana, quasi spaziale.

Il testo del brano è incentrato sulla figura di un uomo intrappolato in una sorta di loop negativo alimentato dalla cattiveria del mondo. La stanza di cui parla il cantante è la fortezza di solitudine del protagonista che si illude di poter chiudere fuori da quelle mura la negatività dilagante nel mondo. I versi stessi esprimono un senso di claustrofobia dovuta a quell'esilio volontario dal mondo che però non è assolutamente risolutivo e si conclude con l'inizio di un nuovo ciclo uguale al precedente.

Un brano dal fascino intossicante, ambiguo e maledetto.