ARLISTON - How in Heaven

18.07.2023

La solitudine è una condizione ed un sentimento nei quali l'individuo si isola per scelta propria o in cui può trovarsi per contingenze esterne indipendenti dalla propria volontà. Una persona può non sentirsi a suo agio con le compagnie e l'ambiente circostante e decidere spontaneamente di non voler più vedere nessuno. In altri casi ci si trova soli perché non si hanno o non si hanno più amici, perché abbiamo litigato con loro o perché si sono trasferiti lontano per lavoro o altro.

E' anche possibile trovarsi in una condizione di solitudine sociale per esclusione volontaria di terze persone che ci respingono per un qualsiasi motivo, altre volte ancora è la timidezza e/o dell'apatia a renderci soli. Mentre c'è chi si trova bene in solitudine c'è chi invece soffre di questa condizione di esclusione senza sapere come risolvere la situazione.

Il soggetto delle considerazioni in apertura di questo articolo è il filo conduttore dell'ultima uscita discografica degli Arliston, un EP di cinque pezzi intitolato How In Heaven. Gli Arliston sono una band inglese dedita ad un raffinato indie-pop che sta riscuotendo sempre maggiori consensi sia di critica che di pubblico.

Su queste pagine abbiamo già avuto modo di occuparci del singolo che ha anticipato questa raccolta: How In Heaven (il brano) che ci aveva colpito per il suo sound fresco ed intimo e i suoi testi introspettivi.

Come abbiamo già detto How In Heaven è una sorta di concept album incentrato sul tema dell'isolamento, esplorato attraverso la sensibilità artistica del duo londinese.

Il brano che apre questo EP è proprio il singolo omonimo che si pone come biglietto da visita ideale per presentare un album riflessivo ed emozionante. In questa prima traccia abbiamo un assaggio di quello che è il sound della band in questo momento della sua esistenza. Il sound dell'EP è arioso ed intenso e mischia alla perfezione melodie malinconiche ad aperture armoniche sognanti ed evocative.

Il secondo brano in lista è 451, un ottimo pezzo indie che flirta con l'elettronica per creare un'atmosfera fredda di riflessione coadiuvata da un sax struggente e lirico. Il tempo del brano ha un accompagnamento vivace che aggiunge profondità all'emotività e dinamismo al pezzo.

Pisco Sours si apre con delle note di synth che vanno a costituire la prima cellula melodica della canzone. La voce del cantante è bassa e profonda e sembra ispirarsi alla vocalità tipica della dark-wave anni '80. Anche in questo brano non mancano gli interventi dell'elettronica come nella drum-machine che accompagna la melodia della voce.

Il quarto brano è Chasing Birds. La pastosa voce del cantante è arricchita da sovraincisioni che creano armonie vocali brillanti ed emozionanti. L'impianto musicale è ridotto all'osso ed il pezzo è quasi tutto incentrato nella vocalità del cantante.