ARI JOSHUA'S RAAR TRIO; (ARI JOSHUA, RAY PACZKOWSKI, RUSS LAWTON) - Kambo Wambo (extended version)

29.08.2023

La musica possiede in sé caratteristiche assimilabili a quelle della magia. Una magia antica e arcana che trascende i termini della ragione e che crea alchimie segrete tra i vari elementi della natura. Le sensazioni e le impressioni che ci regala la musica sono un linguaggio universale che ci rende tutti uguali. Siamo tutti sensibili a quei richiami emotivi che la musica riesce ad accendere in noi. In questo modo veniamo scossi dalla testa ai piedi dalle potenti onde di energia emanate da quelle vibrazioni.

Le parole in apertura di questo articolo ci sono state ispirate dall'ascolto dell'ultimo brano di Ari Joshua e del suo RAAR trio. Il brano si intitola Kambo Wanbo (Jam Version), circa venti minuti di improvvisazione in cui assaporiamo nuovamente il talento di questo ensemble di musicisti. La formazione vede Ari Joshua alla chitarra, Russell Lawton alla batteria e Raymond Paczkowski alle tastiere. La fonte di ispirazione per questo brano Afrobeat è la medicina delle piante sacre.

Un tema di chitarra dall'affascinante gusto mistico apre il brano tra delay e riverberi. Sentiamo Ari Joshua aumentare manualmente il volume della chitarra mentre gli elementi delle percussioni cominciano ad intervenire per dare fuoco alla miccia.

Piano piano il ritmo sfocia in un accompagnamento funkeggiante con un groove molto intenso a cui si aggiunge la tastiera ed il basso. Il sound del pezzo è incredibile ed i forti bassi danno una profondità enorme all'ambiente. C'è un fortissimo senso della dinamica che trascina l'ascoltatore al centro di un vortice sonoro psichedelico e fantasioso.

Il primo assolo che ascoltiamo è ad opera della chitarra che si produce in frasi eseguite con immenso trasporto. Adoriamo il suono Ari Joshua, la sua leggera distorsione è ipnotica e la scelta delle note mette in mostra il talento ed il gusto del musicista. Ascoltiamo spesso tornare il tema portante che ricompare con lo scopo di lanciare una nuova fase del discorso musicale.

Ci sono diverse sezioni nella composizione che si ripetono e in cui viene lasciata la parola di volta in volta a tutti gli strumenti coinvolti. Il ritmo tribale che domina la traccia è incalzante e vario per non dire frenetico: non c'è un momento di noia o di stasi, tutto il pezzo è in continuo movimento. Abbiamo l'impressione di assistere ad un rituale tribale di devozione atto ad ingraziarsi le forze della natura.

Sulle suggestioni introduttive vengono tessute decine di frasi che si ispirano a quella cellula melodica iniziale per poi svilupparsi in tutte le direzioni possibili. A circa metà dell'esibizione è la volta dell'organo che si prodiga in fraseggi e accordi che si fondono alla perfezione col ricco tessuto del brano.

Tra un solo e l'altro ascoltiamo delle sezioni preparative in cui viene riorganizzato l'organigramma della narrazione. Ora è la volta del basso. Tutti gli altri strumenti calano di intensità per far emergere con più evidenza il suo intervento. Piano piano il suono torna a pieno regime di volume e la jam continua sempre trascinata dalla virtuosa batteria che condisce con accenti e pause il vivace andamento del brano.

Il pezzo termina con la conclusione del suo ultimo ciclo sonoro lasciando l'ascoltatore affascinato e stordito. Questo brano è l'ennesima conferma del talento di questo trio di musicisti che sono in grado di offrirci sempre strepitose performance.