ARI JOSHUA - Let's Do It Right Now

31.05.2023

Assistere ad una jam session di musica jazz è un'esperienza elettrizzante in cui si entra in contatto con lo spirito e l'espressività di ogni singolo musicista coinvolto che svela la sua personalità attraverso i suoi interventi. Il linguaggio unico e personale di ogni strumentista trova il suo spazio all'interno di quel dialogo musicale di cui noi possiamo soltanto essere spettatori inermi. 

Quello che accade quando musicisti preparati ed esperti si ritrovano a suonare insieme non può che essere esaltante e chi ha la fortuna di trovarsi nei paraggi può assistere a quella che ha tutta l'aria di essere una sfida tra Titani. 

C'è una particolare alchimia che si crea quando si abbandonano gli accademici canoni formali estetici per abbracciare quella che è la creatività e l'ispirazione di quel momento.

Quanto descritto nell'introduzione di questo articolo è quello che accade nel brano Let's Do It Right Now eseguito dalla band di Ari Joshua che con questo brano ci regala un'esperienza di ascolto assolutamente esaltante. Il gruppo di musicisti riuniti in questa performance è lo stesso che abbiamo avuto il piacere di ascoltare nell'album Meeting Of The Minds di cui abbiamo avuto l'onore di parlare su queste pagine.

L'ensemble di musicisti è costituito da Ari Joshua alla chitarra, John Medeski all'organo elettrico, Billy Martin alla batteria e Jason Fraticelli al basso. Esattamente come accadeva nell'album sopra citato anche in questo episodio assistiamo alla messa in scena del talento e del gusto di musicisti navigati che si riuniscono in studio per dare libero sfogo alla propria ispirazione.

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Il brano che stiamo ascoltando inizia con un tema di organo che apre la traccia e che si presenta evocando l'atmosfera fantasiosa e rarefatta del jazz anni '60 e '70. La cellula melodica presentata nell'introduzione del brano viene rielaborata inizialmente dalla chitarra che la riproduce apportando variazioni audaci e originali che ne dilatano il significato musicale.

Come nella migliore delle tradizioni i musicisti dosano sapientemente il volume del proprio strumento per dare modo all'ascoltatore di apprezzare in pieno il solista di turno all'opera nelle varie parti del brano. C'è un grande feeling tra i musicisti che si cedono vicendevolmente la parola in una corrispondenza di note e suoni che si configura come una esplicita manifestazione di creatività.

Dopo i vari interventi degli strumentisti il brano vira al metafisico e nella seconda metà della traccia assistiamo quindi ad uno stop dell'accompagnamento tradizionale che lascia il posto ad una sezione onirica in cui riecheggia un'atmosfera dalle tinte psichedeliche. Queste suggestioni lisergiche ci portano lentamente alla fine del brano che si chiude con un'apparente caos rumoristico che lascia l'ascoltatore incredulo e frastornato.
Decisamente un ascolto obbligato per tutti gli amanti del jazz e dell'avanguardia.