ARI JOSHUA - Dragons Layer

10.10.2023

Jack In The Box è un comune gioco per bambini costituito da una scatola dal contenuto misterioso che può essere svelato girando la manovella posta su un suo lato. Quello che sembra un passatempo dell'infanzia nasconde in realtà un suo fascino misterioso che stimola la curiosità.

L'esame di quella scatola enigmatica e priva di caratteristiche emana una vibrazione inquietante, sembra tentarci a correre un rischio. Qualcosa che ci invita a sfidare la sorte? L'unico modo per sapere cosa contiene quella scatola è azionare il meccanismo che spalancherà il coperchio rivelandoci il suo contenuto. L'atto di girare la manovella simboleggia la volontà inconscia dell'uomo di sondare l'ignoto anche se questo potrebbe avere risvolti funesti come il famigerato vaso di Pandora.

L'introduzione di questo articolo è ispirata all'emblematica copertina dell'ultimo singolo di Ari Joshua intitolato Dragons Layer. L'immagine che ci viene presentata rappresenta una figura che trasporta fulmini, che suona la chitarra rock'n roll, che è per metà drago e per metà uccisore di draghi e che emerge da una piramide illuminata al contrario. La complessa musica del brano si sposa a meraviglia con questa copertina che ne anticipa le dinamiche e le suggestioni.

La band di Ari Joshua è composta da John Medeski all'organo elettrico, Billy Martin alla batteria, Jason Fraticelli al contrabbasso e vede il contributo agli archi ad opera di Phillip Peterson.

Il brano è stato registrato agli Applehead Recording Studio, vicino a Woodstock e il suo sound sembra influenzato dallo spirito libero e fantasioso dell'iconico festival dell'amore. L'ingegnere del suono che ha curato la realizzazione è Chris Bittner, il mix è stato effettuato da Matt Rifino, Magic Matt Mixing e l'Eric Eagle Score Studio di Ed Brooks si è occupato del master.

Il risultato del lavoro di questo incredibile team è un brano possente e maestoso che si dispiega con l'autorevolezza austera di un'opera classica d'avanguardia. In un turbinio di suoni che abbracciano il rock, la psichedelia ed il jazz veniamo catapultati in un'atmosfera dai toni inquietanti simile ad un viaggio all'interno della nostra psiche dai risvolti imprevedibili.

Il sound del pezzo è avventuroso, sgargiante e minaccioso allo stesso tempo. Se dovessimo collegare la musica a delle immagini in un processo di libera associazione non potremmo non evocare nere e dense nuvole, pipistrelli impazziti ed altre bestie striscianti che fuoriescono dalla scatola aperta dalle nostre incaute mani.

Il pezzo è caratterizzato da delle sezioni che si ispirano alla sperimentalità rumoristica di John Zorn e all'inventiva originale ed anticonformista di Marc Ribbot. Il brano si svolge attraverso una narrazione severa che procede in maniera capillare nella sua sfrontata esplorazione sonora.

Le improvvisazioni non mancano di sorprenderci mettendo in evidenza lo stile ed il gusto sei singoli componenti. Nella seconda metà della traccia il sound comincia lentamente a disgregarsi con un processo di sottrazione atto a ripristinare l'ordine naturale delle cosa. Il brano termina sfumando sugli ultimi interventi della chitarra che chiude in modo sinistro la traccia.

Un'esperienza d'ascolto drammaticamente fascinosa.