
AKARTIS - Short Experiences in Eternity, Pt. 2
La musica può fare tutto: può farci viaggiare in posti sconosciuti e lontani, standocene comodamente seduti sul nostro divano, volando con la mente senza alcun limite. Un biglietto per un viaggio musicale verso l'ignoto ce lo offre l'artista Akartis con la sua spiazzante e inquietante "I", estratta dal suo album Short Experience in Eternity Pt. 2, una vera odissea sonora, un arazzo intrecciato con frequenze cerebrali, melodie evocative e un interessante mix tra vintage e futuristico.
"I", come un po' tutto l'album, vive di contrapposizioni tra caos e calma, tra passato e futuro. Ogni traccia si dipana come un capitolo di un romanzo metafisico, guidando l'ascoltatore attraverso un paesaggio di riflessioni esistenziali ed esplorazione sonora. La meta? Non c'è una meta, o meglio, è l'ascoltatore stesso a decidere che direzione vuole prendere ascoltando "I", una canzone che spiazza ma che cattura.
"I" è anche il brano di apertura di Short Experience in Eternity Pt. 2 e subito detta e stabilisce la portata trascendentale e a tratti inquietante dell'album. L'invocazione iniziale, simile ad un canto, funge da portale sonoro che ci invita ad entrare nel mondo di Akartis.
Il brano sembra una sorta di iniziazione, la cui intensità aumenta con il motivo drammatico introdotto dal pianoforte che sale e scende. Ed è in questo continuo tira e molla, in questo movimento fluido tra ascesa e discesa, che si innesta il nocciolo della canzone: la contemplazione del tempo, della perdita e della natura ciclica dell'essere.