AJAY MATHUR - Talking Loud
Spesso le grandi opere artistiche sono frutto del lavoro di moltissime persone, ma è difficile che qualcuno lo ammetta e dia i giusti crediti a chi ha contribuito al proprio successo e alla creazione di cose tanto belle. Non siamo abituati a concepire l'arte, come le canzoni, come un processo collettivo che si avvale delle competenze e delle professionalità di tante persone diverse che mettono a disposizione il proprio talento per sommarlo a quello degli altri e toccare le stelle.
Per questo, ogni volta che un autore lo fa e che ci tiene costantemente a ribadire quanto sia grato alle persone che collaborano e fanno arte con lui, è sempre encomiabile e bello.
Ajay Mathur è un cantautore acclamato e nominato ai Grammy il cui album "Little Boat" ha vinto il premio della German Pop Foundation per miglior "Album in lingua inglese dell'anno 2018". Le canzoni di Ajay sono popolari, trasmesse regolarmente in onda e presenti su più playlist, oltre a ricevere eccellenti recensioni e riconoscimenti internazionali.
Pubblicando il suo mastodontico quinto album "Talking Loud" con quindici brani originali integrali, ha ottenuto risultati strabilianti: uno dei brani, "Anytime After All (Aftermath of Silence)" ha ottenuto 1,1 milioni di ascolti su Spotify. L'album ha una varietà di stati d'animo incredibile ed è ben registrato/prodotto, con melodie originali e armoniose. Ogni traccia ha un tema diverso con diversi livelli di voci e ci regala sensazioni ricche, calde ed espressive, mentre i migliori strumenti eccitanti, potenti e trascinanti completano l'intera pubblicazione.
Ajay Mathur (chitarre elettriche/acustiche/chitarra con arco elettrico/organo/tastiere/registrazioni sul campo) ha arrangiamenti scintillanti e una band estremamente affiatata. Ovviamente capiscono la spinta del genere e le richieste meglio della maggior parte degli altri. La musica emoziona e diverte.
Ad accompagnarlo in varie canzoni diversificate ci sono Fausto Medici (batteria/percussioni), Richard Hugener (basso), Christian Winiker (chitarre soliste/ritmiche/lap steel/arrangiamenti di fiati e basso in "Common Mistake"), Antonia Gasser, Adriana Husy & Patrizia Scarnato (bv), Samuel Blattler (tromba), Rolf Ambauen (sax), Kalyanjit Das (sitar), Sandip Banarjee (tablas), Toni Nesler (arrangiamenti per quartetto d'archi/orchestra), Yulian Heroim (arrangiamenti per archi/archi), Michael Dolmetsch (piano), Steve Birrer (pedal steel), Gregory Schaerer (basso) & Stevie Blacke (quartetto d'archi).
"Talking Loud" è stato autoprodotto e registrato in Svizzera, lo stesso Ajay Mathur si definisce un indiano svizzero per scelta. Mathur si è trasferito in Svizzera all'inizio degli anni Ottanta, registrando i suoi primi quattro album fino agli anni Novanta, facendo molto scalpore nella scena musicale europea. Mathur con questo quinto album va oltre il concetto standard di power pop. Combina un certo numero di influenze, dall'americana a Bruce Springsteen e Bob Dylan.
Eppure, in tutto l'album c'è sempre quella linea-chiave del power pop: grandi linee melodiche, voci forti e grande presenza di chitarra. E quell'amore grande per i Beatles che spunta sempre fuori in qualsiasi traccia. Tuttavia, con tutte le influenze che abbondano e si sommano, Mathur non entra mai in "modalità copia", dando sempre alla sua composizione musicale quell'elemento essenziale e distintivo che può essere solo il tocco personale di un genio.
Arriviamo così a "Talking Loud", la canzone e non l'album, un miraggio di bellezza nel deserto che ci fa venire voglia di correre per abbeverarci alla sua fonte. Il video con cui è stata presentata poco tempo fa è divertente, accattivante, in stile cartoon. In due parole: assolutamente geniale. Fa venire voglia di proiettarlo alle feste, farlo sentire agli amici, condividerlo ovunque.