AGGRESSIVE SOCCER MOMS - That's How I Feel

13.12.2022

Quando si è giovani, in salute ed abbastanza disgraziati può succedere di uscire con gli amici per farsi una birra insieme, che poi diventano due, quattro e chi sa quante altre.

 Può capitare di trovarsi inspiegabilmente soli al bancone del bar senza sapere che fine abbiano fatto i tuoi amici con accanto una persona che non conosci (anche lei vistosamente ubriaca) che ha deciso di raccontarti per filo e per segno la sua vita e di quanto amasse la stronza che stava con lui e che ha deciso di piantarlo per andare a vivere con suo fratello. 

Tu non sei assolutamente in grado di esprimere consigli perché quello che ti esce dalla bocca è un biascicare confuso in cui continui a ripetere all'infinito le stesse cinque parole, di cui non sei affatto convinto, ma che in quel momento ti sembrano il consiglio più saggio del mondo. Quel tizio continua a parlare, ma non riesci più a stargli dietro nel ragionamento finché ti torna in mente una domanda: dove diavolo sono i miei amici?

Questa deprimente situazione tipica per alcuni soggetti è stata ispirata dalla canzone That's How I Feel della band Aggressive Soccer Moms.

Gli Aggressive Soccer Moms sono un duo svedese composto da Anders Bergstrom e Thomas Wahlstrom. In seguito all'aggiunta alla line-up del sassofonista Stefan Wistrand i ASM diventano un'originale trio dedito al Lo-Fi Post Punk.

La canzone ispiratrice del racconto all'inizio dell'articolo è un viaggio allucinato ed ipnotico attraverso suoni elettronici, incursioni di ispirazione jazz ad opera del sassofono, raccontato attraverso una voce delirante che sembra uscita da un disco dei Cure. 


Il sound della band è infatti influenzato dalla musica dark-elettronica, e da una certa attitudine punk fine anni '70 che trasuda dal mood di questo coinvolgente brano.

Il risultato di questo pluri-contaminato progetto è un sound originale che affascina sia per i suoni scelti che la sua estetica "malata" alla Bukowski. Le melodie del sax conferiscono una certa profondità e inquietudine ad un brano che ti porta ad aprire bene le orecchie per immergerti con maggiore attenzione in questo trip psicotropo che ti coinvolge con il suo testo criptico e seducente.

Il resto dell'arrangiamento rimane in termini di ermetismo e minimalismo, con un beat molto semplice che fa da sottofondo a questo strano episodio elettronico. Tutto il brano è permeato da un'atmosfera quasi psichedelica.

La canzone potrebbe essere il giusto sottofondo per un risveglio a tarda mattinata in un appartamento che non è il tuo, in cui ha dormito seminudo per terra e la prima cosa che pensi è: Dove diavolo mi trovo? Ma soprattutto: Che diavolo di fine hanno fatto i miei amici?