9 O'CLOCK NASTY - Sleepy Policeman
I poliziotti inglesi sono entrati di diritto nell'immaginario collettivo. Dalle immagini dei concerti dei Beatles in cui cercano di sedare la folla di ragazzine che urlano e si dimenano cercando di avvicinarsi il più possibile ai Fab Four, agli spassosi sketches dei Monthy Python, fino ai fumetti nostrani di Dylan Dog.
Non c'è persona al mondo che vedendo quell'uniforme ed il suo singolare cappello non associ immediatamente quell' immagine a quella della vecchia Inghilterra col suo clima bagnato, le cabine telefoniche rosse, la Regina e tutto il resto.
L' Inghilterra è una terra davvero particolare incline ad un certo tipo di Humor che non a caso viene definito "Inglese". In un certo senso possiamo assimilare la figura del poliziotto inglese con quella dei nostri carabinieri, vituperati bonariamente da migliaia di barzellette.
In questo contesto apparentemente scherzoso e goliardico si colloca come il "cacio sui maccheroni" l'ultimo singolo dei Nine O' Clock Nasty intitolato per l'appunto Sleepy Policeman.
La band Garage Rock di Leicester pubblica questo singolo che si differenzia dal sound abituale del combo esprimendosi qui su toni non esattamente duri o violenti. Il brano ha un tempo abbastanza lento che ha un qualcosa di sexy, quasi lascivo nel suo incedere. Il suo arrangiamento e soprattutto il lavoro del basso elettrico ( che qui appare leggermente effettato e un po' sornione), crea un clima strano, sospeso, quasi di polemica.
In questa canzone la band espone una denuncia che ha più il sapore della satira, piuttosto che di uno spietato e diretto J'accuse. L'oggetto della critica è la figura del "Bobby", il poliziotto inglese, ma probabilmente è solo un capro espiatorio per indicare un po' tutte le forze dell'ordine. Il testo infatti mette in evidenza il fatto che le forze di sicurezza e la polizia difendono soltanto i potenti ed i delinquenti e lo fa utilizzando un linguaggio comune, quasi amichevole.
Anche il video promozionale che accompagna l'uscita del singolo va nella stessa direzione mostrando immagini di proprietà immobiliari di lusso, macchine presidenziali con tanto di nutrita scorta personale e varie figure di potere sempre sotto la protezione di qualche uniforme.
La parte vocale è affidata a due voci che sembrano un po' duettare, un po' scontrarsi come a contendersi l'attenzione dell'ascoltatore. Su tutto regna un mood un po' surreale e canzonatorio che ci ricorda, anche se vagamente, i testi e le atmosfere dei pezzi dei Cream meno convenzionali, quelli di Disraeli Gears o del brano Anyone For Tennis tanto per capirsi.
Un pezzo questo Sleepy Policeman che ci attrae e ci coinvolge nel consolatorio gioco della satira che sorridendo ci sbatte in faccia una realtà in cui ci sarebbe davvero poco da ridere.