THE PROJECT - Death of me

05.06.2025

C'è chi ha paura di parlare della propria morte e chi invece ne parla proprio per esorcizzarla. L'argomento è delicato, per usare un eufemismo, ma c'è chi è andato oltre il politically correct e ha trasformato questo tema così spinoso in una canzone. Stiamo parlando dei The Project, che hanno da poco sfornato un caldissimo pezzo rock che fa fuoco e fiamme: "Death of Me".

"Tutto ciò che vuoi è la mia simpatia, non ti fermi finché non ottieni ciò di cui hai bisogno, giri il coltello solo per vedere se sono ancora vivo"queste sono le strofe iniziali della canzone, che lasciano intendere quanto la narrazione sarà cruda, sanguigna e autentica. Il ritornello è una dichiarazione di intenti: "Non ti lascerò mai essere la mia morte". La frase, così come il testo, è forse rivolta ad una donna che ha spezzato il cuore del protagonista, che però non si lascerà affossare da lei.

A capo del progetto sperimentale, chiamato non a caso The Project, c'è James David, chitarrista degli Shameless, che si è circondato di veri top player per la realizzazione di questa canzone. Dennis Hill con la sua voce conferisce alla canzone un'autenticità vissuta, mentre le chitarre di Scott Shiflett, Erik Ferentinos e dello stesso James Davis creano un muro di suono vigoroso e travolgente da un punto di vista melodico.

"Death of Me" è una canzone che non scende a compromessi e incarna il rock più crudo, verace e autentico. La sezione ritmica è stata affidata a Kevin Baldes e Jimmy DeAnda, supportata da solide basi musicali che ci ricordano perché il rock è stato inventato: per farci sentire vivi!

A corredo della canzone c'è un video musicale, semplice e realistico, così com'è il rock. Nel video infatti si vedono i musicisti che suonano all'interno di uno studio, senza filtri, artifizi o inganni: tutto è reale così come lo si vede. Il rock piace proprio perché è vero, va dritto al punto senza giri di parole. E, in tale ottica, "Death of Me" è quel tipo di canzone da ascoltare a tutto volume coi finestrini abbassati per dimenticare la mortalità, almeno per qualche minuto.

L'idea di Davis di creare una collaborazione continua tra disparati artisti, piuttosto che una band tradizionale, è sicuramente molto intrigante anche se altrettanto audace. Avrà ragione lui? Chi vivrà vedrà, ma nel frattempo "Death of Me" è un manifesto che la musica rock è più viva che mai e il suo necrologio è stato redatto decisamente troppo presto.