
THE PROJECT - Death of me
C'è chi ha paura di parlare della propria morte e chi invece ne parla proprio per esorcizzarla. L'argomento è delicato, per usare un eufemismo, ma c'è chi è andato oltre il politically correct e ha trasformato questo tema così spinoso in una canzone. Stiamo parlando dei The Project, che hanno da poco sfornato un caldissimo pezzo rock che fa fuoco e fiamme: "Death of Me".
"Tutto ciò che vuoi è la mia simpatia, non ti fermi finché non ottieni ciò di cui hai bisogno, giri il coltello solo per vedere se sono ancora vivo" – queste sono le strofe iniziali della canzone, che lasciano intendere quanto la narrazione sarà cruda, sanguigna e autentica. Il ritornello è una dichiarazione di intenti: "Non ti lascerò mai essere la mia morte". La frase, così come il testo, è forse rivolta ad una donna che ha spezzato il cuore del protagonista, che però non si lascerà affossare da lei.
A capo del progetto sperimentale, chiamato non a caso The Project, c'è James David, chitarrista degli Shameless, che si è circondato di veri top player per la realizzazione di questa canzone. Dennis Hill con la sua voce conferisce alla canzone un'autenticità vissuta, mentre le chitarre di Scott Shiflett, Erik Ferentinos e dello stesso James Davis creano un muro di suono vigoroso e travolgente da un punto di vista melodico.
"Death of Me" è una canzone che non scende a compromessi e incarna il rock più crudo, verace e autentico. La sezione ritmica è stata affidata a Kevin Baldes e Jimmy DeAnda, supportata da solide basi musicali che ci ricordano perché il rock è stato inventato: per farci sentire vivi!
A corredo della canzone c'è un video musicale, semplice e realistico, così com'è il rock. Nel video infatti si vedono i musicisti che suonano all'interno di uno studio, senza filtri, artifizi o inganni: tutto è reale così come lo si vede. Il rock piace proprio perché è vero, va dritto al punto senza giri di parole. E, in tale ottica, "Death of Me" è quel tipo di canzone da ascoltare a tutto volume coi finestrini abbassati per dimenticare la mortalità, almeno per qualche minuto.
L'idea di Davis di creare una collaborazione continua tra disparati artisti, piuttosto che una band tradizionale, è sicuramente molto intrigante anche se altrettanto audace. Avrà ragione lui? Chi vivrà vedrà, ma nel frattempo "Death of Me" è un manifesto che la musica rock è più viva che mai e il suo necrologio è stato redatto decisamente troppo presto.