SAM AND THE SEA - Evil Ghosts

30.01.2023

Durante i mesi invernali il mare si trasforma in una creatura malinconica che sembra chiamarci a sé con il continuo suono delle onde che giunge alle nostre orecchie accompagnato da un vento freddo e pungente che ci ferisce il volto. Il cielo è plumbeo e il volo dei gabbiani che sorvolano la spiaggia sopra le nostre teste ci ricorda un rituale di accoppiamento pagano che affonda le sue radici nella notte dei tempi. 

C'è una bellezza strana ed arcana in quella distesa di sabbia lambita dalle salate onde del mare che restituiscono svogliatamente alla riva alghe e frammenti di vegetazione. Qualche raggio di sole esce a riscaldare la nostra pelle e ci fa socchiudere gli occhi per quel bagliore improvviso che ci sorprende mentre scrutiamo l'orizzonte. Una nuova nuvola copre nuovamente il sole facendoci ripiombare al gelo invernale.

Le immagini evocate nell'introduzione di questo articolo sono state ispirate dall'ultimo album dell'artista Sam And The Sea. Il disco in questione è un Ep di quattro pezzi intitolato Evil Ghosts che con le sue atmosfere rarefatte e rilassanti ci introduce nell'immaginario sonoro di questo interessante artista emergente.

Il suono di questo Ep rispecchia i tratti di una personalità riflessiva e profonda che si esprime attraverso una scrittura minimale e pulita in cui emergono le liriche, spesso ermetiche ed attente all'essenziale.

Il primo brano Evil Ghosts presenta una struttura scarna di cui riconosciamo una certa funzionalità estetica. Il suono del mare apre questo brano seguito da un beat pulsante in cui la chitarra acustica esegue un riff che si ripeterà attraverso piccole variazioni per tutta la durata della traccia. 

Mentre il brano cresce di intensità continuiamo a sentire i rumori del mare, come un compagno di viaggio fedele al nostro fianco. Verso la fine del brano il cantato viene sostituito dal vibrafono che esegue poche note che chiudono la composizione. Il secondo pezzo si intitola Canada e ci appare come una ballad acustica influenzata da un suono che la avvicina all'Indie rock più soffuso e confidenziale. L'accompagnamento di questa traccia è molto più vario e include l'utilizzo di tastiere e chitarre addizionali.


Con Horses ci troviamo davanti un episodio con una marcata influenza elettronica, esemplificata dal beat di apertura. Il sound di questo pezzo è rotondo, morbido. La voce interviene a circa metà della sua durata con il suo caratteristico timbro che risulta pacato e coinvolto allo stesso tempo.

Un brano ipnotico in cui gli strumenti appaiono tutti filtrati attraverso una leggerissima distrorsione che insinua nell'ascoltatore un altrettanto leggera inquietudine. Il pezzo che chiude l'Ep si chiama ...In Waves. L'aura di questo brano si ispira alla musica dark e il riff iniziale non può non far pensare ai The Cure.

La voce in questo brano è inzuppata di riverbero ed è doppiata da una seconda voce femminile che si colloca un ottava sopra a quella maschile. Il mood è cupo, ma incredibilmente magnetico. Il pezzo è breve, ma riesce a catturare immediatamente e ci inchioda all'ascolto. Quando la traccia finisce rimaniamo in uno stato meditativo intriso di malinconia che ci porta a premere play per far ricominciare l'Ep da capo.