ROBERT VENDETTA - Fool

28.11.2023

Libri, film e opere letterarie dipingono spesso le persone estremamente ricche come misantrope e solitarie, circondate dalla bellezza del lusso e completamente sole. Quello che può sembrare uno stereotipo romantico nasconde in realtà un grande fondo di verità. Chi si trova così al di sopra dell'uomo comune è riuscito a raggiungere quella vetta impervia lasciando indietro amore, amicizie e famiglia e perseguendo soltanto la sua bramosia di denaro.

All'improvviso si è in cima al mondo, ma sul quel picco non c'è posto per nessun altro, o meglio, non c'è più nessuno nella nostra vita da portarci, perché per salire fin lassù abbiamo dovuto sbarazzarci di quella zavorra umana che ostacolava col suo amore il nostro scopo.

Le considerazioni in apertura di questo articolo sono ispirate all'ultimo singolo di Robert Vendetta intitolato Fool. In questo toccante ed intimo brano l'artista ci racconta la storia di un uomo che ha sacrificato la compagnia degli amici e dei familiari per accrescere la sua ricchezza e giunto ad un certo punto della sua vita si rende conto di quanto è stato alto il prezzo da pagare per la sua sete di denaro.

Il brano si configura come una sorta di confessione in cui il protagonista esplora le cause che hanno portato alla sua condizione di infelicità emotiva. Il brano si apre con un malinconico tema di mellotron che racchiude già in forma embrionale lo struggente lirismo narrativo della canzone.

Il suono del basso accompagna solennemente quelle note che ci guidano mestamente al cantato. La voce fa il suo ingresso accompagnata dal pianoforte che esegue le stesse note della linea vocale, come un controcanto simbolico che rafforza le parole del brano sottolineando la natura del soliloquio.

Il sound del pezzo può ricordarci quella narrazione idealista e romantica dei Beatles più maturi o dei Beach Boys nei loro episodi più riflessivi. Mano a mano che la traccia prosegue l'orchestrazione si arricchisce di archi e voci aggiuntive in un crescendo emotivo che descrive la disperazione del protagonista.

Nella seconda metà della canzone c'è una parentesi in cui compaiono, drammatiche, le percussioni che marcano con forza gli accenti mentre la musica si agita e continua a crescere. In questa sezione il sound cambia e sembra voler abbracciare il linguaggio fluido e descrittivo del prog-rock della fine degli anni '60.

Improvvisamente siamo riportati a quella calma solitudine di voce e piano dell'inizio, come se i tumulti della sezione precedente rappresentassero quella che sarebbe potuta essere la sua vita se avesse agito diversamente. La parte finale del brano simboleggia la realtà delle cose, ossia una profonda infelicità nel rimpianto di amicizie e amori che non torneranno mai più.

Non serve aggiungere altro un brano stupendo ed emozionante.