MURNAU - Cellophane Radio

03.12.2022

Gli anni '90 sono stati caratterizzati, musicalmente, da una grandissima varietà di stili e generi che si sono evoluti a loro volta durante quel decennio, dando vita ad ulteriori sotto generi. Tra le correnti più innovative non possiamo non citare la scena di Seattle e quindi il Grunge. Le band che sono state raccolte dentro questa definizione sono in realtà estremamente diverse le une dalle altre. 

Se consideriamo che nel calderone del Grunge convivono Alice in Chains, Nirvana, Soundgarden e Pearl Jam, diventa evidente che che il temine in sé non sia molto esplicativo. Come il Punk è stata una risposta fisiologica alla cultura Hippie, cosi il Grunge è stato una reazione alla dilagante scena Hair Metal degli anni '80. Tra i riferimenti artistici di questo movimento troviamo Punk, Hard Rock, Heavy Metal, Noise, Stoner e New wave, quindi mescolando questi generi otteniamo un sound diverso a seconda di quale di queste influenze è più forte in una band rispetto ad un'altra.

Parlando dei nostri giorni possiamo constatare che esistono band che hanno sviluppato un suono, ma soprattutto un'attitudine, che ha diversi punti di contatto con quello che fu il fenomeno Grunge.

Stiamo parlando dei Murnau e del loro nuovo disco Cellophane Radio.

Cellophane Radio è un disco che rappresenta pienamente la commistione di stili ed influenze che abbiamo evidenziato all'inizio di questo articolo. Se dovessimo necessariamente accostarli alla macro categoria del Grunge possiamo affermare che la band appartiene al ramo più sperimentale ed estraniante del movimento in cui Sonic Youth e Melvins hanno giocato un ruolo più predominante. Le atmosfere del disco sono cupe ed il mood generale oscilla tra rabbia, tristezza e riflessività.


Baltic Sea, che apre il disco racchiude già al suo interno tutto il potenziale e le caratteristiche dell'album. Un senso di frustrazione mista a tristezza e rabbia caratterizza questa prima traccia che ci introduce al sound della band. Awake, secondo pezzo in lista ha un riff portante caratterizzato da tonalità più aperte che ci mostra un altro lato dei Murnau, più misterioso e profondo.

Dear Darkness si differenzia ulteriormente da quanto ascoltato finora sviluppandosi su un tempo rallentato, quasi doom in cui la "l'allucinata" voce del cantante sembra dialogare con l'oscurità cercando consiglio e conforto. Con Repent ci interfacciamo al lato forse più Heavy del disco con grossi riff cadenzati che sembrano quasi attingere al repertorio espressivo del Nu Metal.

Dalia torna su tempi rallentati e si esprime in toni d'ispirazione quasi Gothic. Il sesto brano si intitola Solara e presenta una struttura più tradizionale pur mantenendo uno spirito inquieto ed in linea con l'album.

Il brano che chiude il disco si chiama Primroses. Dopo un'introduzione quasi sussurrata il brano si sviluppa alternando una dinamica piano/forte tra strofa e ritornello che ci coinvolge in una spirale quasi ipnotica che ci porta alla fine del viaggio lasciandoci piacevolmente turbati.