MATT ZAMBON - Immi

13.12.2022

Ci sono argomenti su cui non è facile ironizzare, a volte perché ci toccano troppo da vicino, altre volte perché il solo pensiero ci rende tristi e ci mette in modo spietato davanti ad alcune nostre carenze. Tuttavia il modo migliore per affrontare una brutta avventura o una situazione di disagio è sempre parlarne. 

Se siamo vittime di una delusione d'amore o se abbiamo un pensiero perturbante e ossessivo sarebbe veramente il caso che trovassimo una persona, un amico intimo o un parente con cui poterne discutere apertamente. Solo il fatto di dire una cosa a voce alta e non solo nella nostra testa può essere terapeutico ed aiutarci al superamento di quel particolare ostacolo. 

L'atto di parlare di sé rappresenta infatti un modo molto sano per mettere le cose sotto un'altra prospettiva, in modo che il pensiero ossessivo di relativizzi e perda parte della sua presa nella nostra mente. Parlando di un argomento che ci infastidisce e ci fa soffrire è come se lo sputassimo fuori, rendendolo visibile a tutti e di conseguenza di più facile risoluzione.

Se parlare di un evento spiacevole o che crea disagio è un buon modo per esorcizzare e sdrammatizzare, lo scriverci una canzone è sicuramente ancora più efficace per superare qualcosa.

Matt Zambon è un talentuoso artista di origini sud africane che con il suo ultimo singolo Immi ci regala un brano ironico confezionato come un piccolo gioiello di scrittura.

A grandi linee la canzone ci racconta della relazione con una persona che non sembra ricambiare in pieno le attenzioni che riceve, un opportunista che usa il prossimo per i suoi tornaconto e con buona probabilità, decisamente poco fedele. 


Questo tema che viene affrontato in maniera ironica sembra quasi essere un pretesto di scrittura per un brano che è stato costruito magnificamente sia nella struttura che nel suo arrangiamento. La colonna portante del brano è rappresentata dalla chitarra che apre il brano con un arpeggio che si ripete per tutto il brano, fatta eccezione per un breve cambio di accordi dopo la seconda strofa.

Verso la metà del brano si unisce alla chitarra tutta la band dando un 'ulteriore spinta in avanti alla dinamica del brano. Le varie sovraincisioni della chitarra vanno a costruire una complessa architettura sonora in cui i suoni scelti sono come colori addizionali ad una tavolozza già ricca.

E' evidente anche una certa espressività in ambito di assoli che riescono ad enfatizzare la canzone senza sconfinare nel territorio del virtuosismo fine a se stesso. In questa canzone, tutto si fa apprezzare, non ultima la voce del cantante che oltre ad avere un interessantissimo timbro, riesce a risultare agile ed aggraziata anche nelle sue evoluzioni melodiche più impegnative.

La semplicità degli elementi costitutivi del brano è sicuramente una scelta vincente che fa di questo pezzo una canzone brillante che spicca per la sua spontaneità.