MARTIN KUIPER - Dreaming of a Sea of Time (ep)

29.05.2025

Quando siamo giovani abbiamo il tempo dalla nostra parte e pensiamo che sia infinito. Il tempo però non è illimitato e ce ne rendiamo conto solo quando cresciamo e lasciamo per strada possibilità e opportunità, con la sicurezza che prima o poi ne arriveranno altre. 

Poi diventiamo grandi, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, c'è tanto da fare, e solo in quell'occasione ci rendiamo conto che abbiamo sprecato buona parte del nostro tempo.

Tutti noi vorremmo sognare in un mare di tempo, lo stesso in cui nuota l'artista olandese Martin Kuiper con il suo nuovo album "Dreaming of a Sea of Time", secondo capitolo di una trilogia musicale dopo "To Feel Is To Believe", uscito circa un anno fa. Martin, tramite le 5 tracce dell'album, si immerge profondamente nei temi che caratterizzano il suo percorso di vita: i sogni come metafora, la natura sfuggente del tempo, il dolore persistente dell'amore e il silenzioso e costante potere curativo della musica.

Già, la musica, che per Martin è stata un po' come la prima cotta alle elementari che non è mai passata. Martin ha intrapreso una carriera nella fisica sperimentale, lavorando su tanti altri progetti, ma sullo sfondo della sua vita c'era seduta la musica, come un vecchio amico che non attende altro che una telefonata per prendersi un boccale di birra insieme.

Alla soglia dei 50 anni Martin ha deciso di rimettere tutto in gioco e dedicarsi nuovamente al suo amore segreto e impossibile, la musica. "Dreaming of a Sea of Time" percorre il lato più soft del rock psichedelico degli anni '60, ma attraverso le lenti di un'esplorazione avventurosa.

L'EP inizia con "Dreams", permeato da un'atmosfera morbida e meditativa, con linee di chitarra acustica a tratti inquietanti che ripercorrono a ritroso i ricordi rimasti impressi e intrappolati nella memoria. I polistrumentisti Erik Neimeijer e Jim Zwinselman completano l'arrangiamento con raffinata sobrietà, lasciando che ogni accordo si espanda nello spazio senza sovrapporsi, tra speranza e rimpianto.

Il secondo brano è "Hanging on a Pink Moon", un omaggio al chitarrista Nick Drake, ma anche una profonda meditazione sulle proprietà curative della musica. "Sea of Time" è un monito all'ascoltatore: il tempo scorre fluido e veloce ed è preziosissimo, quindi bisogna sfruttarne ogni secondo prima di diventare anziani e guardarsi indietro con una marea di rimpianti e di rimorsi.

"Baby" è un pezzo scritto oltre 30 anni fa, ma che suona assolutamente contemporaneo nel contesto attuale. Infine, l'ultimo brano, "Seven Days", cattura l'euforia nervosa di un nuovo amore che sta nascendo, dalla prospettiva di chi ne comprende sia la fragilità che la potenza.