MARS_999 - Cierny Dazd

29.10.2025

Ci sono quelle notti fredde, tempestose e "bastarde" quando una violenta pioggia "nera" cade ininterrottamente ricreando un'atmosfera distopica, la stessa che si può percepire in "Čierny Dážď", l'ultima canzone di MARS_999, artista slovacco che crea paesaggi sonori cinematografici ed emozionali che sfumano il confine tra sogno e realtà.
Questo brano, che si apre con un misterioso arpeggio di chitarra, subito stabilisce una comunicazione intima e cruda con l'ascoltatore, e sin dalle prime note si presenta come una sorta di fantasma digitale. C'è, si avverte, si percepisce, eppure si fa fatica a vederlo per il suo carattere etereo e impalpabile.

Questa sensazione a metà tra lo spettrale e l'onirico è data anche dal riverbero naturale dell'introduzione, realisticamente inquietante, come se gli strumenti respirassero. Ed è proprio il contrasto tra questo calore umano e i tratti distopici e futuristici della canzone a rimodellare l'atmosfera e renderla così inquietante.

Subentrano poi gli altri suoni, che non sono invadenti, anzi si muovono con discrezione e occupano lo spazio con estrema precisione. Ciò che cattura di questa canzone è che, benché indossi un abito dark e futuristico, fa della moderazione una delle sue principali componenti.

Inizialmente c'è un ritmo pulsante, che poi si espande lentamente come una sorta di forza ipnotica. Il tempo non è affrettato, anzi, la narrazione di MARS_999 è lenta e trascina l'ascoltatore come una tempesta che si sta formando all'orizzonte. Poi, quando arriva il ritornello, la melodia si apre in qualcosa di emozionante. C'è bellezza qui: una melodia fredda eppure fragile, che invita l'ascoltatore a cantare, anche senza conoscere le parole.

La canzone sembra proprio un miraggio futuristico e distopico: irreale, ma emotivamente così vera. Il titolo, "Čierny Dážď", significa per l'appunto pioggia nera e, se chiudi gli occhi, ascoltando la canzone ti appariranno nella testa scenari futuristici e apocalittici da "Blade Runner". La pioggia nera cade su una città in rovina, dove però la speranza non è perduta, ma nascosta.

Le stesse strofe sono, in un certo senso, contraddittorie: alcune invitano ad accettare che arrivino le tempeste, che cada la pioggia nera e che la morte spieghi le sue ali, in una sorta di passiva rassegnazione, altre invece risvegliano la speranza ricordando che il mondo è silenzioso e bello e che i desideri sono liberi.

Eppure "Čierny Dážď" è pur sempre una ballata, emotiva, umana e profondamente evocativa. Evoca emozioni post-umane, una fusione tra cuore e macchina che sbircia tra ciò che ci riserva il futuro.
"Čierny Dážď" è la colonna sonora per chi vuole un momento di riflessione o per chi cerca nella musica un rifugio dal mondo.