MARIANA MASETTO - Numina
Quando camminiamo immersi nella natura e osserviamo la vegetazione e le sue piante ci riempiamo gli occhi di tutta la bellezza che ci circonda. Tutte le stagiona hanno uno spettacolo speciale da offrire, dai fiori profumati ed i prati verdi della primavera fino agli stupendi toni caldi dell'autunno con le foglie che ingialliscono creando un tappeto colorato su cui passeggiare inebriandoci del suo profumo forte e pungente.
Nell'antichità ogni elemento della natura era collegato ad una divinità che aveva il compito di custodirne e preservarne la bellezza. La Dea Cerere, nella cultura romana era la divinità legata all'agricoltura e alla fertilità della terra da cui deriva la parola cereali. In tutte le epoche la mitologia classica è stata fonte di ispirazione per l'arte: dalla musica alla letteratura, dalla scultura al teatro.
Le considerazioni in apertura di questo articolo ci sono state ispirate dall'ascolto del nuovo singolo di Mariana Masetto intitolato Numina, una ballad dal sapore mistico che omaggia, attraverso i suoi toni eterei e seducenti, quattro divinità femminili dell'antichità.
Un dolce arpeggio di chitarra classica ci introduce al brano e fin dalle prime note siamo immersi in un'atmosfera senza tempo. La delicata voce di Mariana comincia ad intonare la melodia principale che asseconda l'accompagnamento sognante e onirico della canzone. Il sound del pezzo oscilla tra tradizionale e moderno grazie ad una saggia commistione di elementi organici e suoni elettronici che conferiscono alla traccia un'aria di immortalità. Il testo della canzone, come abbiamo già accennato, è ispirato a quattro divinità classiche femminili fra cui troviamo Ceres, Artemisa, Minerva e Afrodite.
La canzone ci appare quindi come una vocativa preghiera a quelle forze sovrannaturali che vegliano sul mondo e la natura che assumono nell'antico culto fattezze femminili. L'amore, la bellezza, la giustizia e la fertilità come incarnazioni delle virtù femminili, creatrici di vita ed equilibrio. La musica che accompagna il testo ha un incedere narrativo calmo e riflessivo che rimane in linea con la sacralità dell'adorazione del divino.
La contemplazione della forza e della potenza degli elementi naturali emergono dalle liriche del brano che si sviluppano in un lento moto accrescitivo come se fossero tenute a bada da un profondo rispetto e da un timore reverenziale nei confronti dell'eterno e dell'infinito. Mentre ascoltiamo questo brano ci vengono in mente i paesaggi e la natura della Grecia e cerchiamo di immaginarci la vita delle persone durante i secoli di splendore di quell'antica civiltà. Siamo completamente rapiti dalle atmosfere evocate da questo brano che sembrano voler creare un nuovo legame tra noi ed la natura che ci circonda, attraverso una rinascita spirituale in armonia con il divino.