LEO NAZZ - Leo Nazz

30.01.2023

Da sempre la musica ha avuto per le persone un effetto terapeutico e di conforto. Non sono soltanto i fans di un determinato artista a beneficiare di canzoni che riescono a toccare i nervi scoperti e a consolare con le proprie note gli animi in qualche modo afflitti. 

Molto spesso le canzoni che più ci colpiscono e coinvolgono sono quelle che hanno rappresentato per il loro autore una valvola di sfogo. I musicisti sono persone come noi, colpiti dalle stesse malattie e feriti dagli stessi eventi. Molto spesso scrivere per un artista significa esorcizzare un dolore che, messo nero su bianco può essere indagato con maggiore attenzione e consapevolezza grazie ad un maggiore distacco emotivo.

L'artista emergente Leo Nazz pubblica un Ep omonimo che si presenta come un lavoro semi-autobiografico di cinque canzoni in cui entriamo in contatto con la personalità di un musicista che riesce ad esprimersi con la massima spontaneità e sincerità.

Il sound del disco si muove su coordinate musicali prossime al country-folk-rock, quattro pezzi più una bonus track che è la versione demo del brano I Don't Mind. Il disco esplora ed indaga alcune esperienze del cantante che comprendono una separazione, la conflittualità dei rapporti, l'essere un genitore single e la convivenza con una persona affetta da una malattia mentale. 

I tristi e dolorosi eventi che hanno segnato la storia recente del musicista vengono affrontati attraverso queste canzoni che risultano brillanti e sobrie nella loro matura trattazione.

Il primo brano è I Wanted To Be Honest, una ballad country che affronta il tema della delusione amorosa in seguito ad una fiducia perduta per la mancanza di sincerità in cui i toni malinconici della voce, dinamici nella strofa, sembrano ondeggiare in una sorta di disillusa ninna nanna nel ritornello. 

I Feels Like è il secondo pezzo in scaletta, un tempo più spedito caratterizzato dai consueti accorgimento country che narrano la storia di un amore che sta finendo in cui il protagonista contempla lo sgretolarsi del rapporto in cui, se pur nella stessa stanza, le persone coinvolte si sentono come non appartenenti più nemmeno allo stesso universo. 

Con Last Summer Phone Calls ci troviamo ad un romantico episodio acustico, una lenta ballad dai toni romantici che raccontano di un addio in cui non ci sono colpe da assegnare, una storia terminata perché è così che doveva andare. La seconda strofa vede l'ingresso di tutta la band a supporto di chitarra e voce che hanno aperto il brano portando il pezzo a livelli più alti di espressività. 


Una canzone emotivamente molto forte che segna la metà del disco con un'impronta decisa e personale. White Noise è un brano lento fortemente caratterizzato dal rammarico e dai sensi di colpa. Una dura separazione non esattamente consensuale in cui i dubbi e e le incomprensioni impediscono il sonno del protagonista. Un toccante brano, intenso e coinvolgente.

La traccia che chiude il disco è come abbiamo accennato, la versione demo di I Don't Mind in cui riconosciamo lo spirito più spontaneo dell'artista in questa versione "primordiale" del suo brano.

Questo album nelle parole del suo autore è una pietra miliare del suo personale cammino come artista, che rappresenta un'esperienza di vita di cui è orgoglioso. Non possiamo non essere d'accordo con lui.