JOSHUA KETCHMARK - Deadliest Thing
Stiamo uscendo dal lavoro e ci accingiamo a raggiungere la nostra nuova casa, quel mini appartamento che abbiamo preso in affitto in periferia, dopo che la relazione sentimentale che avevamo è finita. Saliamo in macchina e accendiamo la radio. La musica che esce dalle casse è triste e malinconica e sembra aver capito di cosa abbiamo bisogno.
Se dovessimo seguire il nostro istinto, una volta arrivati a casa dovremmo dare tutto in pasto alle fiamme e scappare il più lontano possibile dal pantano in cui ci troviamo. Mentre guidiamo, condizionati dalla musica in riproduzione, ci tornano in mente ricordi di quella vita di coppia che il tempo aveva trasformato in una specie di reciproca e tossica dipendenza. Non c'è stato modo di impedire la fine di quella storia ed ora anneghiamo nel nostro dolore.
L'introduzione di questo articolo ci è stata ispirata dall'ascolto dell'ultimo singolo di Joshua Ketchmark intitolato Deadliest Thing, una toccante ballad indie-folk in cui l'artista americano sembra tirare le somme sulla sua vita. Il brano è un estratto del suo album Blood.
La canzone si apre su un accordo di organo su cui appare un tema di chitarra acustica in stile country che ci porta all'inizio della narrazione. Già dalle note di apertura si respira un aria malinconica e riflessiva che accende in noi una sorta di tenue bagliore. La voce del cantante si presenta calma e confidenziale. Poche note che assecondano il tappeto di suono in sottofondo.
Dopo la prima strofa il brano comincia ad arricchirsi di elementi e a crescere di intensità. Il ritornello arriva, struggente ed orecchiabile. Da apprezzare la progressione degli accordi, costruita ad arte per colpire emotivamente l'ascoltatore che non può non sentirsi coinvolto dalla storia raccontata. La canzone rappresenta un'attenta analisi di autocoscienza che interessa un'esperienza sentimentale ormai finita, ma che produce ancora sofferenza.
Ci sono cose che possono essere salvate in tutto questo? E' quello che si chiede Joshua, combattuto tra la solitudine ed il desiderio di vicinanza e calore umano. Il brano procede tra i ricordi e le domande trascinandoci in un mare di emozioni in cui ci abbandoniamo con gli occhi chiusi.
Nella seconda metà della traccia la voce di Joshua esplode in un timbro pieno e carico in cui tocca note piuttosto alte che esprimono la sua condizione di sofferenza e di incertezza. Dopo un ottimo assolo di chitarra la canzone si avvia alla sua coda in cui viene ripetuto il ritornello. Il brano si chiude sullo stesso accordo di organo che ha aperto la traccia.
Un brano profondo ed intimo che riesce a colpire in profondità e in modo permanente. Consigliato!