JOHN KOLAR - Color Blind

28.12.2025

gni tanto circolano sui social delle foto che hanno rappresentato dei veri rompicapo, delle illusioni ottiche che nessuno, neanche a distanza di tempo, è riuscito a risolvere. Una di questa era l'immagine del gatto sulle scale: saliva o scendeva? Un'altra illusione ottica, che ha creato dibattiti infiniti, era quella del vestito che, a seconda delle persone che lo guardavano, poteva essere bianco e oro oppure nero e blu.

Il punto è proprio questo: non c'è un'interpretazione giusta o sbagliata, ma semplicemente soggettiva.
Ed è proprio da questa riflessione che nasce "Color Blind", l'album di debutto di John Kolar, artista di Morgantown, che sviluppa una riflessione sulle percezioni diverse da persona a persona. Queste percezioni possono influenzare anche le relazioni, un chiaro esempio di come a volte si faccia davvero fatica a capirsi.

"Color Blind" presenta infatti realtà differenti, dove non esiste chi ha torto o chi ha ragione. L'obiettivo è dimostrare che, a volte, esistono semplicemente punti di vista diversi e bisogna accettarlo. John spiega che due persone possono assistere a situazioni identiche, eppure sperimentare realtà completamente diverse, entrambe valide allo stesso tempo.

L'album è stato realizzato nel corso di un intero anno, durante il quale è stata creata una canzone al mese. Ne nasce un viaggio musicale che mescola generi diversi e cattura varie influenze indie, dal rock al pop, dal country al jazz.

Si inizia con la title track "Color Blind", che definisce immediatamente il carattere dell'album grazie a testi introspettivi e armonie fluide. Nella seconda e nella terza traccia, "I Don't Care" e "Watching Reruns", emerge tutta la sensibilità pop-rock di John, con ritornelli orecchiabili e molto piacevoli all'ascolto.

"Bunny Rabbit" e "Fake ID" offrono un sound più giocoso e stravagante, mentre "Rewards Card" e "Tuesday" regalano momenti più riflessivi, che mettono in luce la profonda maturità lirica dell'artista. In "Skipping Stones" e "Tie My Shoes" John si diverte a sperimentare diversi stili, inserendo elementi jazz e country che aggiungono ulteriore spessore musicale, senza interrompere il flusso naturale dell'album.

L'album si chiude con "Pouco a pouco", un brano profondamente contemplativo e meditativo, che dimostra come l'intero lavoro sia stato pensato e maturato nel corso di dodici mesi. Colpisce in particolare la capacità dell'artista di creare spazio per la propria voce, che fluttua in modo delicato e naturale tra i versi.

"Color Blind" è un invito a riflettere sulle crisi relazionali e sull'impossibilità di conciliare prospettive divergenti, senza che questo significhi necessariamente attribuire colpe a qualcuno, ma rappresentando semplicemente due modi diversi di vedere la stessa realtà.