INTERGALACTIC C - Through The Jazzy Clouds
L'evoluzione naturale di un genere musicale ben definito può fare un notevole passo in avanti quando avviene una contaminazione da parte di un altro stile musicale che interviene ad aggiornarne i canoni. La mescolanza tra generi dà sempre vita a qualcosa di nuovo che può far storcere il naso ai palati più conservatori, ma che allo stesso tempo esalta gli amanti della sperimentazione.
In questa commistione di espressività i due o più generi coinvolti nell'operazione si nutrono a vicenda di intuizioni e creatività andando a costituire un linguaggio nuovo e non ancora vincolato dalle restrizioni di appartenenza ad un canone specifico. Il risultato di tale contaminazione va ad arricchire il linguaggio della musica in senso più universale spandendo i suoi orizzonti verso nuovi lidi.
Gli Intergalactic C sono una band dedita ad un'interessantissima miscela di Jazz, musica Dance e avanguardia musicale. In questa sede andremo ad analizzare il brano Through The Jazzy Clouds estratto dal disco Deep House Brazil. L'album contiene otto brani in cui viene messa in scena la creatività ispirata di questo ensemble di musicisti. L'intero disco ci appare come un riuscito esperimento di fusione tra diversi generi apparentemente inconciliabili. Vediamo nello specifico la traccia che abbiamo preso in esame.
Il brano comincia con un riff eseguito dal contrabbasso suonato con le dita. Questa sezione è ritmata ed odora di jazz, ma l'ingresso delle percussioni smentiscono questa intuizione scatenandosi in un tempo dance estremamente ballabile. Un flauto interviene con una nota lunga che sembra dare il via ad altri strati sonori.
La nota del flauto si trasforma infatti in un suono elettronico di synth che si concretizza in un accordo di archi. Su questa ritmica già piena sentiamo inserirsi nuovi suoni a più livelli di percettibilità, anche di sottofondo. Percepiamo infatti come un chiacchiericcio sommesso di fondo a cui rispondono interventi vocali e percussioni aggiuntive.
Il tema di basso comincia a divagare gettandosi nei meandri estrosi dell'improvvisazione jazzistica. Un sax tenore inizia la sua arringa nel ricco tessuto del brano in cui sentiamo apparire in modo quasi schizofrenico altri elementi come tastiere e chitarra che sembrano voler dire la loro all'interno della composizione. Il brano è pieno di samples, suoni ed elementi che si inseguono, si rispondono e si mescolano.
L'impressione che abbiamo è quella di trovarci ad una jam-session che si svolge in una navicella spaziale alla deriva nello spazio profondo e la musica che sentiamo somiglia ad un'animata conversazione ad opera degli strumenti intenti a dialogare per riempire il tempo che manca per raggiungere la destinazione della spedizione. Il sound è davvero fantasioso e vario, ma tutto ha un senso ben definito nell'economia del brano. La nostra attenzione rimane alta per tutta la durata della traccia facendoci muovere la testa al ritmo coinvolgente del brano.
Consigliato agli appassionati della sperimentazione e non solo!