
GIUSEPPE CUCÉ - 21grammi
21 grammi, tanto sarebbe secondo uno studio medico del 1907 il peso dell'anima, che si perderebbe al momento della morte. Quei 21 grammi sono stati "tradotti" in musica da Giuseppe Cucè, artista siciliano, che da poco ha lanciato il suo album che si chiama proprio "21 Grammi". Nove canzoni che esplorano l'animo umano, cercando un equilibrio costante tra forza e vulnerabilità, ricerca della felicità e malinconia.
«È un disco che parla di assenze, ma che vibra di presenza. Che racconta la bellezza delle cose destinate a svanire, ma che proprio per questo brillano di senso» – così ha commentato Giuseppe a margine dell'uscita dell'album, che esplora nel sottobosco delle emozioni umane. Il peso dell'anima, in tale ottica, non è altro che la somma delle esperienze emotive, come amore, fede, speranza, perdita e ricordi che custodiamo dentro di noi.
Il viaggio musicale inizia con "È tutto così vero", caratterizzato da ritmi vivaci e mediterranei, intrisi di salsa scoppiettante che inneggiano alla vita. La seconda traccia è "Ventuno", una delle canzoni più significative e toccanti dell'album, dove l'atmosfera si addolcisce e la voce di Giuseppe si fa più tenera e fragile. Nelle sue parole e nella melodia si percepisce un velo di tristezza, che però apre lo spiraglio alla speranza.
"Dimmi cosa vuoi" prosegue sulla stessa falsa riga, con dolcezza e morbidezza, una traccia dai toni caldi e rilassanti che esaltano la voce espressiva dell'artista. La quarta tappa del viaggio è "Fragile equilibrio", vivace e orecchiabile, dove si fondono sonorità moderne con la classica scrittura pop italiana.
Si entra in un territorio più sentimentale e romantico con "La mia dea", che emana una luce propria e che racconta con parole vellutate il significato dell'amore. L'album prosegue con una traccia brillante, "Cuore d'inverno", dove spicca la voce profonda dell'artista. È invece caratterizzata da atmosfere ricche e vibranti "Tutto quello che vuoi", che racconta storie di vita vissuta e storie surreali, invitando l'ascoltatore a perseguire ciò che desidera realmente.
Dolce e malinconica "Una notte infinita", introdotta da tasti di pianoforte struggente che accarezzano l'anima, proiettando l'ascoltatore nel cuore della notte, quella più viva, più vera, più pulsante, dove l'amore ma anche il dolore sono reali e ancora più intensi.
L'ultimo pezzo dell'album è "Di estate non si muore", un brano creativo e unico che chiude con un'esplosione di colore finale. La voce di Giuseppe è ricca, le sue melodie toccanti e la sua musica trasmette emozioni vere e autentiche. Un album dove ogni canzone sembra un piccolo ma significativo momento, come un leggero ma profondo respiro. Un lavoro che riflette l'esperienza umana, personale ma anche universale, poiché ogni ascoltatore può rivedersi nelle strofe dell'artista siciliano.
