
CARRIE ABYSS - man's debt
Anche dopo l'avvento del "Me too", che ha sicuramente smosso un po' le acque e acceso i riflettori sul problema del patriarcato, continuiamo a vivere in un'epoca dove le donne devono sgomitare per conquistarsi un posto al sole nella società, continuamente bistrattate e messe da parte. Se questo succede è principalmente colpa degli uomini, che esercitano il loro potere ferendo l'orgoglio delle donne e calpestando la loro dignità.
Ecco perché gli uomini hanno un debito verso le donne, un debito denunciato nella canzone "Man's Debt" dei Carrie Abyss, gruppo londinese che sfodera in questo brano una serie di riff gotici e una visione del mondo decisamente femminista.
"Man's Debt" sin dalle prime note crea un'atmosfera cupa, sulla quale incombe una sorta di nube soffocante che sembra rappresentare la condizione della donna in quest'epoca. I Carrie Abyss, con la loro musica influenzata dal rock gotico di inizio anni 2000, costruiscono un palcoscenico musicale dove le tensioni sociali e personali si incontrano ed esplodono.
La canzone parla di una donna sposata intrappolata nella sua routine quotidiana, durante la quale fa di tutto per compiacere il marito, che non la apprezza e anzi la maltratta, calpestando la sua dignità ogni volta che può.
La voce accattivante è quella di Berna Lara Kasar, mentre alla chitarra c'è Tunç Kuzay. Completano la band Jonathan Adeyemi alla batteria e Tibet Tunaboyu al basso. Sono amici di lunga data, che traggono ispirazione e influenze dalla cultura gotica, dai film horror e anche dal dolore transgenerazionale del Medio Oriente, un patrimonio esportato attraverso la sua musica da Berna, originaria della Turchia.
"Men's Debt" non è solo una canzone, è un grido di protesta e un invito all'emancipazione femminile. La band mette la società dinanzi alle brutture che lei stessa ha creato, e la invita a pagare i debiti emotivi e storici che ha accumulato nel corso degli anni nei confronti delle donne.
Da un punto di vista musicale i Carrie Abyss mettono in mostra un suono feroce e meditabondo, pieno di affascinante oscurità tipica del mondo gotico e di una tensione atmosferica palpabile in ogni nota, creando un'esperienza d'ascolto inquieta e profonda. Dal potere violento della strumentazione al tono inquietante della voce di Berna, sembra fatto tutto su misura per creare un sound unico e intenso, esplorando il debito che gli uomini hanno verso le donne.
Il ritornello, "è tutto solo questione di tempo", è una via di mezzo tra un avvertimento e una premonizione, che inchioda gli uomini alle loro responsabilità trasportando l'ascoltatore in un regno oscuro e tenebroso.